Giovanni Di Girolamo, marsalese 45 anni, ricercatore ed esperto di programmi di finanziamento europei, gestione di progetti e di partenariati nazionali e internazionali.
Ingegnere noi abbiamo fatto un prima discussione sulla sostenibilità ripromettendoci di approfondirne i contenuti in tema locale…
“Per sua definizione la sostenibilità ha come suoi pilastri Economia, Ecologia, Politica, Cultura. Il fattore comune è la Società, quindi la sostenibilità locale va misurata in termini di benessere comune, sicurezza e servizi. Indicatori della sostenibilità in una Città sono la modernità e
l’efficienza dei servizi urbani, che impattano sulla vivibilità e sulla qualità della vita dei cittadini”.
Parliamo di servizi di mobilità, servizi energetici, servizi di gestione e trattamento dei rifiuti, servizio idrico, servizi di manutenzione delle aree urbane e degli spazi verdi.
“È evidente che da diversi anni lo stato dei servizi nella nostra Città risulta non soddisfacente e arreca disagi a cittadini e visitatori. Voglio far notare che ogni cittadino ha un ruolo fondamentale, ma l’Amministrazione deve dare le linee guida e, al contempo, offrire e potenziare i servizi di raccolta, ivi inclusi i servizi di raccolta su richiesta, come nel caso degli ingombranti e dei rifiuti speciali, in termini di frequenza e di quantità conferibili. Molti cittadini hanno lamentato che a volte il conferimento di alcune tipologie di rifiuti (vedi tessile) presso le isole ecologiche non è stato possibile”.
Una soluzione è stata indicata dai politici come quella di premiare i cittadini virtuosi.
“Il cittadino deve essere incentivato ad utilizzare i servizi gratuiti e premiato nel caso in cui il suo buon comportamento contribuisca a
ridurre l’inquinamento e a migliorare il decoro cittadino. Oggi abbiamo tariffe TARI molto elevate: il costo è direttamente proporzionale alla limitata efficienza del servizio. In parole povere, si paga il
disservizio”.
Da parte dei cittadini si lamentano i disservizi, ma poi ci sono in tanti che contribuiscono a crearli.
“Non c’è alcuna ragione per giustificare l’abbandono dei rifiuti, fenomeno presumibilmente anche derivante da una scarsa conoscenza delle regole e dei servizi di raccolta e smaltimento. A ciò si aggiunga che spesso e volentieri la rimozione da parte degli addetti non è tempestiva”.
Ci si attrezza anche in termini repressivi
“Non credo che il fermo del veicolo di chi abbandona i rifiuti sia la sola soluzione al problema, ma serve un pacchetto di soluzioni ad hoc. E poi bisognerebbe comprendere e far comprendere ai cittadini che molti cosiddetti rifiuti rappresentano risorse. Un loro trattamento e recupero rientrerebbe in una politica di valorizzazione delle risorse, per la produzione di materiali che di energia, riducendo l’approvvigionamento di materie prime dall’esterno, i costi di gestione e l’impatto ambientale”.
Ci vorrebbe oltre che una politica ad hoc, anche una serie di impianti adeguati
“A parte qualche raro caso per la separazione di alcuni materiali, non abbiamo impianti di trattamento e purificazione, se non per la filiera del vetro. Quindi siamo destinati a spedire tutto altrove. Mesi fa ho sentito parlare di Distretto di Economia circolare a Marsala, probabilmente si è
trattato di un lapsus, dal momento che un distretto è una realtà territoriale costituita su iniziativa delle Regioni ed eventualmente soggetta a riconoscimento ufficiale, Quali misure tecnologiche? Non abbiamo più ricevuto aggiornamenti sulla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica di rifiuti organici della Schmack Biogas Srl, destinato alla
produzione di biometano. Secondo il nuovo cronoprogramma, siglato nel 2021 l’impianto doveva essere completato entro il 2022 e avrebbe dovuto
produrre 4.2 mln di m 3 /a di biometano”.
Secondo lei se noi avessimo impianti per lo stoccaggio e il trattamento
di alcune categorie di rifiuti potremmo dare loro un valore economico e sociale.
“Basti pensare alle biomasse. Ormai siamo indirizzati verso l’utilizzo di materiali riciclabili o compostabili o biodegradabili. Un ostacolo può essere il costo attuale, ma bisogna anche investire nell’informazione ed incentivare l’uso di prodotti più sostenibili. La globalizzazione e la produzione in Paesi a basso costo di manodopera ha fatto si che il design e l’assemblaggio spesso rendano impossibile o inconveniente la riparazione”.
Facciamo un esempio concreto…
“Buttiamo via quello che si rompe e lo sostituiamo acquistando un nuovo prodotto. Ciò comporta problemi di smaltimento e trattamento,
oltre a impedire il riutilizzo delle risorse. Da un punto di vista sociale, le Città devono cambiare dimensione e diventare laboratorio di sperimentazione e innovazione”.
Tutto ciò faciliterebbe nuove iniziative imprenditoriali e la creazione di un mercato del lavoro?
Certo questo potrebbe succedere anche in un territorio come il nostro, ma resterà un’utopia senza un cambio di mentalità, senza una rivoluzione culturale e senza la collaborazione di persone nuove, con competenze e voglia di fare”.