Il mio primo articolo per Marsala c’è risale al 22 aprile 2003. Esattamente 20 anni fa. Ero un 24enne neolaureato, da poco tornato nella propria città con l’ambizione di contribuire alla sua crescita civile e culturale. Più che un giornalista, mi sentivo un militante al servizio di un’idea di cambiamento, che passava attraverso la lotta alla mafia, alla corruzione politica, all’arretratezza culturale, coniugata a una feroce attenzione alla tutela ambientale, alle diseguaglianze sociali, ai diritti. E, quindi, anche attraverso gli articoli che scrivevo, le storie che approfondivo, i protagonisti del nostro territorio che sceglievo di intervistare.
Nel 2014, dopo qualche anno di pausa, sono tornato a far parte di questa redazione e del suo gruppo editoriale, animato dagli stessi principi di allora, ma con una diversa consapevolezza, legata a una maturazione personale e all’evoluzione che la nostra società ha subito in questi anni. Rispetto a 20 anni fa, il web e i social hanno cambiato profondamente il rapporto con l’informazione, ponendo nuove sfide con cui un giornale ha il dovere di misurarsi. Così, dal 2014 abbiamo affiancato al nostro quotidiano cartaceo un portale di informazione – Itaca Notizie – che risulta stabilmente tra i più letti in provincia di Trapani. Ma, al contempo, ci siamo misurati con nuove responsabilità: oggi non basta informare una comunità di lettori, ma occorre aiutarli più che mai a distinguere il vero dal falso, combattendo la disinformazione indotta dalla fake news con scrupolo e professionalità.
Tutto ciò senza mai rinunciare ad essere un punto di riferimento, libero e autorevole, per chi non si rassegna alla ritrosia al cambiamento che questa città continua a manifestare su più fronti: oggi, come 20 anni fa, Marsala non ha ancora un Piano Regolatore Generale, né un Porto adeguato alle sue esigenze e continua a fare una fatica enorme a valorizzare il proprio patrimonio culturale e naturalistico. Come 20 anni fa, continuano a registrarsi infiltrazioni mafiose nelle campagne elettorali (come insegna la recente vicenda di Petrosino) e la tratta Marsala-Palermo in treno si continua a percorrere in quattro ore. Anche per questo, più ancora di 20 anni fa, i giovani lasciano questa terra per realizzare altrove i propri progetti di vita.
La notizia che più mi piacerebbe scrivere, nei prossimi anni, riguarda proprio quest’ultimo aspetto: raccontare la storia di una città mediterranea ed europea, che dopo tante occasioni perdute è riuscita a liberarsi dai propri fantasmi e ad essere all’altezza delle proprie potenzialità.