I primi casi di variante Arturo in Italia «ci ricordano che il virus è ancora tra noi e rimarrà a lungo. Xbb.1.16 fa sempre parte della famiglia Omicron: è un po’ immuno-evasiva e ha un’alta contagiosità, con manifestazioni cliniche che ci riportano all’inizio della storia del virus, come la congiuntivite».
Questo il quadro tracciato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, commentando all’Adnkronos Salute l’arrivo della nuova variante Covid nel nostro Paese.
«Il Covid ha ormai un andamento ondulante – spiega – con tendenza a decrescere nel nostro Paese. La pandemia non va in sincrono in tutto il mondo: l’India fronteggia una nuova ondata, da noi la situazione è sotto controllo, con un basso impegno dei reparti ordinari e delle terapie intensive. Ma abbiamo ancora oltre 100 morti al giorno, soprattutto anziani con diverse malattie a carico e vaccinati da tempo. Credo che vada organizzata una vaccinazione anti-Covid ogni 6 mesi».
‘Arturò certificato dalla survey dell’Istituto superiore di sanità, «è un evento atteso, prima o poi doveva capitare che arrivasse in Italia. È posta sotto attenzione perché si sta diffondendo molto in India, come tante altre in precedenza. Se è veramente più contagiosa, potrebbe prendere il posto di Kraken che comunque è passata quasi inosservata. Penso sarà lo stesso per Arturo, ma se non fosse così però e ci fosse un aumento di casi nei bambini con correlati casi di congiuntivite, sarà un chiaro segnale e monito alla necessità di aumentare la copertura vaccinale nei giovani». Così Mauro Pistello, direttore dell’Unità di virologia dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
«Il fatto che la sorveglianza genomica dell’Iss abbia trovato la variante Covid XBB.1.16 o “Arturo” in Italia non ci deve sorprendere, quasi sicuramente è arrivata dall’India dove c’è un aumento dei casi Covid dovuto proprio a XBB.1.16. Non deve esserci allarme, dobbiamo sapere ormai dopo tre anni di emergenza Covid che i virus viaggiano con le persone e non ci sono confini. Lunedì avremo a disposizione nel nostro laboratorio 10 sequenze XBB.1.16 e inizieremo a fare analisi più approfondite, dai lavori precedenti è possibile dire che le mutazioni della proteina ‘spikè ci fa pensare che ‘Arturo derivi da ‘Kraken’ che, come abbiamo visto, dà sintomi lievi di malattia Covid», evidenzia Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.