Incontriamo il sindaco di Petrosino per via della situazione che si è venuta a creare e per capire cosa accadrà dopo che l’Aula consiliare ha approvato lo stato di dissesto finanziario.
Giacomo Anastasi ora che tecnicamente succederà nella gestione della cosa pubblica?
“Il voto del consiglio comunale di Petrosino ha definitivamente stabilito che è arrivato il momento della verità e delle scelte di responsabilità. Anche quando la realtà è difficile la vera politica ha il dovere di guardarla in faccia e di trovare soluzioni e risposte. L’Aula con il suo voto ha dimostrato maturità e serietà”.
Che fase si inaugura con le decisione presa?
“Intanto mi preme sottolineare che inizia per Petrosino una nuova fase che va oltre la propaganda. La deliberazione di dissesto non è stata una scelta discrezionale, ma la conseguenza di una condizione strutturale che ha messo il nostro comune nell’impossibilità di assolvere i suoi impegni e adempimenti indispensabili”.
Non c’erano altre vie da percorrere?
“Il dissesto è l’unica possibilità per far ripartire il comune liberandolo da un fardello insopportabile che ne impediva e sempre di più ne avrebbe impedito il normale funzionamento. La politica che piace a me, si prende sulle spalle le responsabilità. Non scappa, non scarica sulle future generazioni gli errori e i problemi. Ma li affronta, nel rispetto delle norme e con l’unico primario obiettivo di fare sempre l’interesse del bene comune”.
Numeri alla mano ci può fare qualche esempio per sottolineare come il dissesto finanziario sia la sola scelta possibile per la ripartenza?
“Il nostro comune al 31 dicembre del 2021, ha un disavanzo che sfiora i 19 milioni di euro. Solo per fare qualche esempio, dentro questo macro numero ci sono 2,5 milioni di debiti fuori bilancio mai precedentemente riconosciuti, un uso patologico dell’anticipazione straordinaria di tesoreria. Basti pensare che dopo appena tre giorni che mi sono insediato ho scoperto che in cassa non c’era un euro ma si registrava meno 3 milioni e 200 mila euro. Inoltre indici di pagamento a terzi con ritardi da record nazionale, 4 milioni di debiti già spalmati fino al 2051. Nonostante numeri così impietosi qualcuno, per fortuna pochi, ha provato ad alimentare polemiche cercando non solo di distorcere, ma addirittura di negare e ribaltare una realtà che purtroppo è oggettiva”.
Ma lei nell’allestire il suo programma elettorale era a conoscenza delle criticità di cassa che se eletto avrebbe trovato?
“Che i conti di quasi tutti i comuni sono in rosso per le vicende legate anche alla recente attualità fatta di crisi economica che ha portato gli enti locali ad avere difficoltà ad incassare le imposte locali erano note. Queste nostre criticità ad così alto livello sono state ignorate nel tempo dai precedenti amministratori portando irresponsabilmente il nostro comune alle conseguenze estreme che stiamo vedendo adesso”.
Di solito un sindaco che s’insedia attribuisce responsabilità di tipo amministrativo alla precedente giunta…
“Ma se non può che essere ovvio il mio giudizio politico sulla precedente gestione, aggiungo anche che in questo momento non mi interessa minimamente la questione delle responsabilità. Saranno gli organi competenti a fare le loro valutazioni e ad esprimere i loro giudizi. Sono invece impegnato a spiegare ai cittadini quali sono le cause che hanno portato al dissesto e cosa questo significa e comporta per la cittadinanza”.
Che fase inizia adesso per la città che lei amministra?
“Posso assicurare i miei concittadini che da adesso inizia una nuova fase per Petrosino, un nuovo percorso. Da un lato ci si libererà al 31 dicembre 2021, con l’insediamento dei commissari, di tutta la zavorra della massa passiva, dall’altro la mia amministrazione si farà carico di gestire il presente e il futuro con senso di responsabilità e con la cura e l’attenzione di chi amministra una piccola attività, un’impresa o le finanze familiari. Da qui Petrosino riparte per rinascere come territorio e come comunità in modo responsabile e sostenibile”.