Nuove indagini giudiziarie scuotono la gestione dei beni culturali in Sicilia. Tra i soggetti coinvolti c’è Bernardo Agrò, dallo scorso giugno alla guida del Parco Lilybeo e raggiunto da un provvedimento cautelare emesso dal gip di Marsala con l’accusa di corruzione. Le vicende risalgono al 2020, quando l’architetto agrigentino dirigeva il Parco archeologico di Selinunte. Le indagini, condotte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani hanno accertato diverse irregolarità nell’affidamento di incarichi pubblici da parte dell’Ente, constatando numerosi episodi illeciti a carico di Agrò, di due funzionari regionali e di tre imprenditori.
Il provvedimento cautelare emesso dal gip di Marsala nei confronti di Agrò prevede la temporanea interdizione dai pubblici uffici.
Lo stesso architetto agrigentino ha comunicato di aver rassegnato – già questa mattina – le dimissioni da presidente del Parco archeologico della Valle dei Templi e da direttore del Parco di Lilibeo a Marsala. “Ripongo piena fiducia nella magistratura e confido al più presto di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati, ma – ha affermato Bernardo Agrò nella comunicazione ufficiale diramata alla stampa – non intendo in alcun modo intralciare il lavoro degli uffici da me diretti, che invece devono proseguire in totale serenità tutte le attività già intraprese. Per tale motivo ho ritenuto di adottare questa grave ma necessaria decisione”.