Dirigente regionale del Partito Democratico, originario di Palermo, Antonio Ferrante è candidato alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Marsala.
Come nasce la sua candidatura?
Nasce dal mio impegno per questo territorio, prima come responsabile cultura poi come presidente del partito. Considerato che dall’altro lato c’è Marta Fascina, nota per essere stata tra le parlamentari più assenteiste e catapultata in un collegio dove era stata solo in vacanza, sono certo che la mia storia personale attrarrà i consensi anche di chi non sarebbe andato a votare.
Come si fa una campagna elettorale per un collegio uninominale senza la possibilità di confrontarsi con il proprio principale competitor?
Stando tra i cittadini. Ho preso casa a Trapani e ho subito cominciato a girare i condomini, le strade, le piazze. Naturalmente sono pronto al confronto, ma se dall’altro lato la priorità è fare cinema, non è mia responsabilità.
Qualora venisse eletto su cosa concentrerebbe il proprio impegno?
Sto facendo una campagna elettorale basata sul concetto di comunità, che mi pare importante in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Vorrei partire, in particolare, dalla costituzione delle comunità energetiche, in modo che le risorse vengano distribuite prima sul territorio di appartenenza e poi rimesse in rete. Ma penso anche alla sanità, che da Pantelleria a Trapani deve essere dotata dei servizi essenziali. E al tema della sicurezza, anche sul fronte della prevenzione antincendi, affinchè non si verifichino più eventi tragici come quello del Bosco Scorace.
Che valutazione dà del lavoro fatto dal Pd in questa legislatura?
E’ stato fatto un ottimo lavoro fino all’ultimo, come sul tema del salario minimo. Sono stati cinque anni nel segno della responsabilità, inizialmente come forza di opposizione, poi come forza di governo. Trovo assurda e irresponsabile la fine anticipata di questa legislatura, in un momento così delicato. Ad ogni modo, continueremo a portare avanti in Parlamento il lavoro iniziato.
Il sud sta soffrendo molto, in questi anni, il fenomeno dello spopolamento. Da figlio di questa terra come intende contrastarlo?
Lo spopolamento c’è al Sud, ma anche nelle aree rurali del Nord. Bisogna fare in modo che chi nasce in un territorio e vuole continuare a vivere lì possa continuare a farlo. Occorre intervenire sui punti nascita, ma anche sull’ammodernamento delle infrastrutture, in modo da avere comunità capaci di autogestirsi e autodeterminarsi.
Girando la provincia di Trapani, che territorio ha trovato in queste settimane?
Un territorio bellissimo, con tante persone che stanno attraversando un momento difficile e che fanno i conti con le difficoltà legate alla carenza di infrastrutture, servizi, trasporti, che vanno ammodernati, aggiornati e potenziati. I cittadini hanno il diritto di avere risposte su cose che riguardano direttamente la loro vita. Questo territorio è un po’ come un diamante mezzo sotterrato: bisogna tirarlo tutto fuori.
E’ anche il territorio di Matteo Messina Denaro e di infiltrazioni mafiose che ancora si registrano nei principali centri e nelle periferie, come dimostra la recente operazione “Hesperia”…
Ho aperto la mia campagna elettorale a Pizzolungo proprio per sottolineare che, per me, la lotta alla criminalità rappresenta il primo punto. Occorre seguire livelli diversi: potenziare gli uffici giudiziari, sia per quanto riguarda i giudici che per i cancellieri; potenziare le forze dell’ordine in termini di uomini e mezzi; prevedere interventi normativi specifici a sostegno delle imprese. E’ vero che Matteo Messina Denaro è l’ultimo grande boss, ma non basta prendere lui per sconfiggere la mafia.