Il week end dei sindaci siciliani è stato un po’ più sereno del solito. Nonostante l’ennesima emergenza rifiuti da affrontare, i primi cittadini hanno appreso dalla Regione che l’assessore alle autonomie locali del governo Musumeci, il “sempreverde” Marco Zambuto, ha disposto – dal 2024 – l’aumento delle indennità per gli amministratori locali, su cui – nella legislatura precedente – si erano abbattuti i tagli del governo Crocetta. Il criterio scelto è quello della popolazione residente: più grande è il Comune amministrato (e la conseguente responsabilità), più generoso sarà l’aumento. In base a questo ragionamento, i sindaci delle tre Città Metropolitane (Palermo, Catania, Messina) raddoppieranno le loro indennità, mentre i sindaci degli altri Comuni capoluogo (Trapani, Enna, Caltanissetta, Agrigento, Ragusa e Siracusa) avranno un incremento dell’80% rispetto all’assegno mensile attualmente percepito. Per i primi cittadini dei Comuni che vanno da 50 mila a 100 mila abitanti (tra cui Marsala e Mazara) l’aumento sarà del 70%, mentre per gli amministratori delle comunità più piccole l’assessorato di Zambuto è stato decisamente meno generoso (si va dal +45% previsto per i centri che hanno tra 30 mila e 50 mila abitanti al +16% concesso ai sindaci dei Comuni che arrivano fino a 3 mila abitanti). A cascata, naturalmente, verranno adeguate anche le indennità previste per i vicesindaci, gli assessori e i presidente dei Consiglio comunali e verrà rideterminato il tetto massimo dei gettoni di presenza spettanti ai consiglieri comunali.
Ora, è noto che la politica ha i suoi costi e chi ha un po’ di memoria storica ricorderà sicuramente che le indennità di mandato sono state previste – tanto tempo fa – per evitare che la gestione della pubblica amministrazione fosse riservata solo a ricchi e nobili, tagliando fuori quegli operai e quei braccianti che non si sarebbero potuti permettere di trascurare il proprio lavoro per candidarsi alle elezioni. Tuttavia, ricordiamo bene anche la degenerazione che questo sistema ha progressivamente avuto in Italia, alimentando una corsa al gettone, all’indennità e al privilegio che è stata più volte denunciata. Tornare ad aumentare le spettanze dei sindaci in un momento di grave crisi economica, in cui gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina hanno ulteriormente ampliato le diseguaglianze economiche e sociali in Sicilia, appare come l’ennesima dimostrazione di quanto le istituzioni siano concettualmente lontane dai cittadini. Se poi quest’aumento arriva a ridosso della campagna per le regionali, la sensazione che il governo regionale abbia voluto dare un incentivo elettorale alla vasta platea di amministratori locali appare difficilmente contestabile.
Probabilmente, Musumeci e i suoi assessori avranno pensato che il gioco vale la candela e che l’indignazione di queste ore verrà rapidamente dimenticata. Il potere, però, spesso tende a sottovalutare il malumore dei cittadini, che magari – tra emergenza rifiuti, caro prezzi, disfunzioni nei servizi e caos nei collegamenti – stavolta potrebbe regalare sorprese. E chissà che non finiremo per ricordare questo provvedimento dell’assessorato alle autonomie locali come la classica goccia che fece traboccare il vaso del malcontento siciliano…