In riferimento all’intervista all’agronomo Antonella Ingianni pubblicata su Marsala C’è l’8 giugno scorso, scrive Dino Licari.
“Se non fossi un cittadino, molto avanti negli anni, ex amministratore del Comune di Marsala, imprenditore edile, impegnato a gestire insieme alla famiglia dal 2005 la struttura balneare Lido Marina, farei un lungo applauso per la brillante esposizione di Antonella Ingianni. E mi assocerei alla sua battaglia della posidonia spiaggiata.
Non posso condividere però, per ovvie ragioni. Possiamo discutere. Chiedere ad illustri luminari perchè si verifica tale fenomeno ad intervalli di qualche anno, chi l’ha determinato (fosse la Colmata?). Sul litorale Sud di Marsala insistono moltissime strutture turistiche ricreative: bar, ristoranti, stabilimenti balneari, ecc. che soddisfano ogni anno, nel periodo estivo, le giuste aspettative di riposo, portando le famiglie a godersi una giornata di divertimento, distesi sulla sabbia nelle spiagge libere o negli stabilimenti. Chiediamogli se sono disposti a farsi il bagno sdraiati sulla banquette, o sul lettino sotto l’ombrellone.
Sulla posidonia spiaggiata lo Stato, la Regione, anche di recente, hanno dato indicazioni e soluzioni a volte disattesi dai comuni. Non facciamo i professori. Atteniamoci alla realtà. Proponiamo al legislatore soluzioni che possano coniugare ambiente e lavoro. Diamo dignità a chi ha cercato con tutte le sue forze il suo avvenire investendo nelle iniziative di questo litorale.
Mi piacerebbe essere invitato a discutere sull’avvenire di questo pezzo di territorio, distrutto dalle case abusive, senza accessi al mare, senza pianificazione urbanistica, senza servizi, senza nulla e discutere anche della necessità di togliere o no la posidonia spiaggiata, richiesta da pochi cittadini che nella stragrande maggioranza non hanno rispettato le norme urbanistiche di questo comune costruendo immobili abusivi. E da lì abitano anche pur se requisiti dal Comune“.