Tutti gli atleti impegnati negli sport di squadra (compresi calciatori e rugbisti) dovranno vaccinarsi o essere guariti negli ultimi sei mesi dal Covid per poter continuare le loro attività. Ecco cosa ha deciso il Consiglio dei Ministri.
In questi ultimi giorni tutto il mondo ha parlato del caso di Novak Djokovic, espulso dall’Australian Open e dal suolo australiano perché non vaccinato (e con una documentazione legata alla sua positivizzazione nell’ultimo mese decisamente confusa). Ma non è solo il mondo del tennis che sta cambiando rispetto l’obbligo vaccinale. La decisione del Consiglio dei Ministri italiano segue la linea dura sul vaccino che cerca di dare un nuovo impulso a tutto il settore sportivo.
Nonostante ci siano le capienze ridotte in presenza per tutto il mese di gennaio gli appassionati continuano a scommettere. I migliori siti scommesse (i più affidabili di tutti questi portali) macinano grandi numeri e questo dimostra un grande interesse ritrovato nei confronti di tutti gli eventi sportivi di inizio anno. Intanto, però, il virus continua la sua quarta ondata. E per questa ragione, in Italia, si è pensato a rendere obbligatorio il green pass rafforzato.
Dal 10 gennaio, infatti, era previsto il green pass obbligatorio per palestre, piscine e sport di squadra al chiuso. Ora la prescrizione è generale anche outdoor e non solo indoor. Nel caso dei calciatori la differenza non la fa più la palestra o lo spogliatoio, quindi, ma proprio l’attività sul campo. Dal 10, appunto, la norma attraversa tutti gli sport, dai dilettanti ai professionisti.
Il green pass rafforzato anche all’aperto
Il virus non frena ancora la sua corsa (anche se per il matematico Sabatini si è già raggiunto il picco nella provincia di Trapani) e questo comporta una serie di considerazioni e di restrizioni. C’è bisogno del green pass rafforzato (o super green pass) per tutti gli impianti di risalita, piscine, comprensori sciistici, centri natatori, centri benessere e sport di squadra anche all’aperto.
Il mancato rispetto degli obblighi e delle disposizioni previste dal nuovo Decreto è punito con una sanzione che va dai 400 ai mille euro (aumentata fino a un terzo se nel mancato rispetto è coinvolto anche un veicolo). E verrà adottata anche una chiusura dai 5 ai 30 giorni per i centri termali, i centri sportivi, le palestre, le piscine, gli impianti sportivi, i centri natatori che verranno colti in fallo (anche se si tratta di centri privati).
La norma dovrà essere operativa nel minor tempo possibile, quindi per avere il green pass rafforzato in tempo bisogna muoversi rapidamente. Se per riceverlo bisogna aver fatto la prima dose da almeno 15 giorni è bene organizzarsi bene con i tempi. Se ci si vaccinasse, infatti, in queste settimane il green pass arriverebbe a fine mese. Si cerca, a questo punto, una regola transitoria per questo periodo di tempo. E non si parla solo di Serie A (anche se la mancata partecipazione di Szczesny alla finale di Supercoppa perché sprovvisto del green pass vaccinale ha fatto parlare) ma soprattutto dei bambini tra i 12 anni e i 18. Una fetta di popolazione, questa, in cui la percentuale di vaccinati è minore rispetto agli adulti.
Il clamore del caso Djokovic farà strada al vaccino per tutti
Il clamore sollevato dalla mancata partecipazione di Djokovic agli Australian Open ha creato un caso mediatico, sportivo e politico senza precedenti. Ma se andiamo con ordine le regole imposte dal Governo dello Stato di Victoria erano chiare già dal 19 novembre. Tutti i giocatori partecipanti al primo Grande Slam della stagione devono essere vaccinati. Punto. L’8 dicembre il vice premier dello Stato parla di casi eccezionali in cui non si può effettuare il vaccino (ovviamente condizioni mediche acute).
Il 4 gennaio Novak pubblica sul suo Instagram un post in cui afferma di partecipare all’open australiano e di essere in partenza. Il 5 gennaio viene bloccato all’aeroporto e il 6 gli viene negato il visto. Il 12 gennaio, dopo aver dichiarato di non essere vaccinato e di aver avuto il Covid a metà dicembre ammette di aver partecipato, da positivo, a una serie di eventi e a un’intervista per il giornale francese L’Equipe. Dopo essere stato ammesso al torneo, grazie a un ricorso vinto, il 16 gennaio Djokovic viene espulso dal paese.
Questo ci insegna solo che le regole sono le regole anche se sei il numero uno al mondo.