Quando andavamo a scuola fra i primi insegnamenti dei docenti c’erano quelli relativi ai rapporti sociali fra compagni. Ricordo frasi come: “Dai la mano al tuo compagno quando sei in fila” – “Aiuta il compagno in difficoltà, siediti accanto a lui e cerca di capire i suoi bisogni” – “Perché non studiate insieme? Per esempio i compiti li potreste svolgere di pomeriggio a casa di uno dei due!” – “Avete bisticciato? Chiaritevi e fate pace, datevi un bacio”.
Quante volte queste e altre simili raccomandazioni dei professori arrivavano alle nostre orecchie? Uno dei primi insegnamenti era la socializzazione e il contatto con l’altro: quando l’insegnante diceva “Ama il prossimo tuo” l’alunno chiedeva: “Chi è il mio prossimo?” e la risposta arrivava immediata: “Quello che ti sta vicino”. Un tempo era così, e nemmeno tanto tempo fa, solo prima della pandemia. Oggi invece mi sembra che tutto è al contrario, gli insegnamenti impartiti negli ultimi due anni invitano al distanziamento, quindi i compagni di classe devono stare lontani gli uni dagli altri, non devono darsi la mano, né possono esprimere con un bacio o un abbraccio i propri sentimenti affettuosi, anzi non si può nemmeno con un sorriso, perché indossando la mascherina non si vede la bocca. Se penso agli scolari in prima classe, è il caso di dire “Evviva la socializzazione” o al contrario?
Il fatto: in settembre 2021 è iniziato un nuovo anno scolastico, d’accordo che siamo in stato di pandemia, come lo eravamo anche in settembre 2020, tuttavia rispetto all’anno scorso c’è il vantaggio che una buona parte della popolazione è vaccinata, ma i comportamenti fra le persone devono sempre essere tali da tutelare e prevenire l’eventuale contagio, quindi si devono continuare ad adottare alcune misure di precauzione. Per esempio il distanziamento, ma direi che è un comportamento che va al contrario di ciò che ci hanno insegnato da sempre a scuola, se vogliamo aiutare un compagno che ha bisogno, ciò prevede necessariamente lo stargli vicino fisicamente, e per adesso non si può.
Altro problema: indossare la mascherina mentre si parla impedisce di osservare il movimento labiale che a volte aiuta a comprendere meglio, e mi viene da pensare agli studenti audiolesi o affetti da ipoacusia che hanno bisogno proprio di questo per capire e che sono di certo svantaggiati. E ancora: un tempo i docenti raccomandavano di non trascorrere molte ore davanti alla televisione perché stare a lungo vicino ad uno schermo era ritenuto dannoso, e invece oggi con la Didattica a Distanza di fatto si chiede agli alunni di stare davanti al monitor del computer. Insomma tutte le “buone pratiche” che ci hanno insegnato nella scuola del passato per il momento sono da dimenticare e bisogna adottare comportamenti all’opposto, ed è per questo che quando penso alla scuola la vedo un po’ al contrario di una volta.
[ maria grazia sessa ]