Negli ultimi giorni, Trapani è balzata agli onori della cronaca per la triste vicenda dell’assistenza igienico sanitaria negata ai disabili gravi e gravissimi, in questa sede mi creda non è mia intenzione fare polemiche né tantomeno cercare presunti colpevoli, invero ci sarebbe ben poco da cercare.
Mi preme invece fare in modo che ogni singolo rappresentante politico siciliano abbia ben chiaro cosa sta avallando con un atteggiamento di ignavia e di pressapochismo che vedo nei più.
Occorre sapere che ad oggi, ci sono bambini a cui viene negato il diritto allo studio, a cui viene negato il diritto alla socialità a cui viene negato il diritto alla parità, ci sono bambini che pur essendo stati svantaggiati per chissà quale disegno divino vengono oggi sfregiati nella dignità di persona e di membro di una comunità e tutto questo in ottemperanza ad un parere ad una norma o ad una sentenza, mi creda se oggi ci vogliamo definire un paese civile tutto ciò non può accadere.
Da genitori abbiamo sino ad oggi cercato di dialogare in maniera rispettosa con tutte le parti in causa: il comune di Trapani, per il tramite del suo sindaco sempre attento ai regolamenti, ci dice che il cga si è espresso rimandando la competenza allo stato e quindi alla scuola; la dirigente pur accettando quella che appare una norma ben chiara ci dice che è sua intenzione non negare il diritto allo studio di nessuno ma ci confessa quasi sussurrando che non ha le risorse economiche ed umane per affrontare questa emergenza che per lei è un’emergenza ma per le famiglie di oltre 100 bimbi disabili è invece la normalità.
Sì, sono oltre 100 i bimbi a cui oggi manca una figura che abbia le competenze per assicurare l’assistenza igienico sanitaria. Assistenza che il personale ata, nonostante tutta la buona volontà, il più delle volte non è in grado di assicurare perché non adeguatamente formato e perché il più delle volte sotto dimensionato nell’organico rispetto le reali esigenze.
Un bidello non diventa un assistente igienico sanitario per nomina dirigenziale ma dopo aver sostenuto un’apposita formazione.
Capita allora che i bimbi non vadano a scuola perché non c’è nessuno che possa cambiargli il pannolino o che possa aiutarli a mangiare, capita che i bimbi fortunati che riescono ad andare a scuola, tornano a casa con gli indumenti sporchi di feci e/o di urina, che i bimbi assistano a discussioni e dibattiti su chi debba pulirli o accompagnarli al bagno e loro inermi ad attendere, mi dica lei se questa si può definire inclusione, parità o semplicemente umanità.
Ed allora pensiamo che i nostri puntuali e precisi rappresentanti abbiamo sicuramente agito nel giusto visti gli effetti che hanno determinato con le loro azioni, sicuri del fatto che nulla potesse fare il sindaco davanti ad una norma a livello regionale. Ma poi scopriamo che a Marsala il Comune assicura a proprie spese il servizio igienico sanitario e che la stessa cosa avviene a Valderice a Catania e Licata posti dove probabilmente i politici non sono così bravi come a Trapani ma sono sicuramente più umani e giusti, e ci chiediamo perché? Perché la regione non interviene? Perché il Sindaco non ritorna sui suoi passi? Perché i consiglieri e la giunta tutta non si fanno parte responsabile?
Lascio a lei l’onere di voler riportare questi interrogativi a chi possa realmente agire su queste ingiustizie.
Mi perdoni se nella mia missiva sono stato trasportato più dal fervore del padre che dal rigore del cronista ma proprio per questo mi rimetto ad un suo aiuto affinché i nostri politici regionali e comunali possano dormire il sonno dei giusti e che ogni singolo bimbo trapanese, disabile e non, possa avere la stessa istruzione ed attenzione da parte della nostra comunità.
Saluti.
Cristiano Benzi