In questo millennio in cui la terra è diventata un pianeta ancor più piccolo e desolato, in questo decennio in cui l’umanità è diventata ancor più smarrita e sofferente, oggi più che mai il bisogno di sacralità è sentito in forma pregnante, urgente, insistente. Durante i lunghi mesi di pandemia, chi non ha alzato gli occhi al cielo in cerca di aiuto, forza, consolazione?
Qualsiasi credo religioso si professi, a qualsiasi dio ci si rivolga, oppure se non si crede nella sua esistenza, succede che, anche solo per una volta nella vita, si prova la necessità di affidarsi ad un essere superiore perché si è soli, disperati, perduti. Come può accadere a chi deve lottare contro la furia dei marosi, aggrapparsi al relitto della propria imbarcazione, sforzarsi di restare a galla ed evitare di essere inghiottito dal mare in tempesta. In questi momenti in cui la morte guarda in faccia il naufrago, ecco che un grido, una preghiera, un’invocazione a Dio, alla Madonna, al Santo Protettore offre uno spiraglio di luce nel buio della notte tempestosa, come la luce di un faro amico. Per ricevere l’intervento salvifico di una mano celeste che spinga a riva o faccia trovare soccorso si è disposti ad offrire tutto; anche il più scettico diventa devoto perché c’è la fragilità umana di fronte alla speranza/certezza della potenza divina misericordiosa. E quando questo appello disperato viene ascoltato e si compie il miracolo della salvezza non si può che esserne riconoscenti, essere per sempre grati di aver avuto salva la vita, il bene più prezioso. La grazia ricevuta diventa un grazie che necessita una testimonianza concreta,un segno tangibile e imperituro della riconoscenza. Questo è l’ex voto, un pellegrinaggio, un racconto registrato nel ‘Libro dei Miracoli’, un ex-voto perché ‘votum fecit, gratia accepit’ (‘feci voto, ricevetti la grazia). E’ in questo ‘dono di ringraziamento’, come ci piace riferirci all’ex-voto, che Dio abbraccia l’uomo, gli sorride, gli fa l’occhiolino.
Degli ex voto marinari, di queste testimonianze di disperazione, di speranza e di salvezza parla la mostra ‘Per Grazia ricevuta. Sacralità e arte negli ex voto marinari’, inaugurata nei giorni scorsi, nella splendida cornice dell’atrio del convento del Carmine nelle cui sale le opere saranno esposte fino al 10 ottobre prossimo. Si tratta di opere originali di ventidue artisti (Josephine Boni, Mimmo Bove, Orazio Coco, Giacomo Cuttone, Mauro Gardelli, Francesca Genna, Giulia Gozzi, Matteo Internicola, Giovanna Lentini, Sonia Luisi, Manu, Antonio Mauro, Nicola Muciaccia, Nicolò Piazza, Enza Pipitone, Giovanni Proietto, Tommaso Rallo, Clemente Salerno, Mario Santi, Aurelio Sarzana, Elio Stella, Stefano Zangara) che ‘parlano’ nel senso che narrano, in silenzio con forme e colori grazie alle loro mani esperte (diremmo ‘navigate’) e avvezzi ai pennelli, gli episodi di naufragio scampato realmente avvenuti, talvolta documentati anche con date e nomi. Nella maggior parte dei casi fonte di ispirazione sono stati gli ex voto conservati presso la chiesa della Madonna di Trapani che ciascun artista ha potuto visionare tramite fotografia e che i visitatori potranno ammirare tramite un collegamento con QR code. Ad arricchire l’esposizione anche un video con testimonianze dirette sui pericoli della vita di mare da parte di marinai locali.
L’iniziativa è stata ideata, curata e realizzata dai Fratelli della Costa, Tavola di Mozia, nelle persone del luogotenente Sonia Luisi e dello scrivano Piero Pellegrino che si sono avvalsi della consulenza scientifica dello storico Michele Giacalone e della collaborazione della scrivente. I Fratelli della Costa sono un’associazione internazionale il cui obiettivo principale è la promozione della cultura marinara e la fratellanza fra la gente di mare.
Il risultato di questo incontro per immagini fra il mare e i suoi pericoli, la devozione a Dio, alla Madonna e ai Santi e la creatività degli artisti si è concretizzata in diverse tele e opere d’arte originali. Diverse le istituzioni che hanno offerto il loro patrocinio (fra gli altri, Ministero dell’interno, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Diocesi di Mazara del Vallo, Comune di Marsala) a questa mostra che offre l’occasione di ammirare opere d’arte originali e contribuisce a conoscere aspetti spirituali e culturali della nostra realtà per certi versi ancora ignoti ai più e di certo alle giovani generazioni. Gli intervenuti alla cerimonia di inaugurazione, il Vescovo di Mazara, Mons. Domenico Mogavero, l’Assessore al Turismo del Oreste Alagna, la Prof.ssa Francesca La Grutta, lo storico Michele Giacalone, la dott.ssa Angela Morabito del Museo Pepoli, il giornalista Roberto Tumbarello hanno unanimamente sottolineato il valore spirituale e storico-antropologico della mostra. Hanno presenziato anche il Vice Sindaco Paolo Ruggieri e la Comandante della Capitaneria di Porto Francesca Reccia. A conclusione degli interventi, magistralmente coordinati da Sonia Luisi e da Piero Pellegrino, il numeroso pubblico è stato allietato dalla voce della cantante Irene Gambino che si è esibita con un antico canto siciliano sul tema dei pericoli del mare.
La mostra si può visitare negli orari di apertura del Convento del Carmine solo ai possessori di Green Pass. Per le scolaresche sono previste visite guidate su prenotazione nella settimana dal 4 al 10 ottobre. Fino al prossimo luglio la mostra sarà itinerante: sarà esposta nelle altre città di provenienza degli artisti che, oltre a quelli del nostro territorio, hanno realizzato le opere. E’ prevista anche la pubblicazione del catalogo della mostra.
Matilde Sciarrino