Oggi davanti il liceo scientifico di marsala sostano dei furgoni pubblicitari che recitano, tra le tante cose, “Una drag queen insegna ai bambini la fiaba del bambino zaff, ‘principessa con il pisello’. Vuoi questo per i tuoi figli? Diciamo no al ddl zan”. L’umanità ha fatto dei passi avanti, molto lentamente ma li ha fatti, ma gli imbecilli continuano a resistere, forse più oggi che ieri. In questi giorni Marsala è stata arricchita da un accesissimo dibattito sulla legittimità o meno delle scritte sui muri nel centro storico, alcune denigratorie, altre inutili, altre ancora non le conosco neanche. Mettendo da parte l’importanza di questo strepitoso confronto, mi viene da pensare a quanto tempo sprechiamo a discutere su ciò che ci fa comodo (ma solo perché non dobbiamo fare lo sforzo di prendere una reale posizione) e quanto poco ne rimane per confrontarci su temi che davvero ci servono per crescere, capire, scoprire e soprattutto convivere l’uno con l’altro senza dover per forza odiare le bellissime differenze che ci rendono veri, esseri umani e, soprattutto, noi stessi. Ecco, allora mi chiedo perché non spendiamo lo stesso tempo che spendiamo per gli “argomentoni”, per temi quali, ad esempio, il DDL Zan. Magari in questo modo avremmo estirpato sul nascere questa pianta dell’odio, e magari chi ha ideato questi slogan meravigliosi non avrebbe poi trovato questo coraggio, trovandosi davanti una città consapevole dei rischi di una mancata copertura di soggetti ancora oggi denigrati, vittime di violenze, non solo verbali, e quindi a cui viene privato il diritto di godere della propria libertà. La libertà di amare, senza paura del giudizio altrui. Libertà di baciarsi alla fermata dell’autobus senza paura che il primo odiatore che passa ti prenda a pugni, lasciandoti nella sola speranza della gente di buon cuore che, anziché fare un video, si fermi e ti aiuti. Libertà di vivere sé stessi e gli altri senza condizionamenti estranei, malsani, ignoranti e, soprattutto, disumani. Io sogno una Marsala, e un’Italia tutta, dove non si ride alla parola “frocio”, dove non ci si stupisce quando due donne decidono di baciarsi in piazza, anche appoggiate alle pareti di una Chiesa (sarebbe una fotografia meravigliosa), o non le si rimproveri dicendo “ci sono dei bambini”, dove ogni cittadino ha la possibilità di capire cosa si muove attorno a lui, quali sono gli effetti del lasciare a marcire, perché “ci sono altre priorità”, una legge fondamentale per la tutela della vita di tutti. Noi abbiamo una sola priorità, invece: uscire da questo stagno di ignoranza e annichilimento e cominciare ad avere il coraggio di dire basta.
Nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, come libero cittadino esigo l’approvazione del DDL Zan, esigo che ogni mio pari, in quanto cittadino di questo paese, possa non aver paura di essere ciò che è. E, soprattutto, esigo che tutti condannino uno slogan del genere, davanti alla sede di uno degli istituti scolastici più importanti della città. Non solo per l’odio che vuole diffondere, ma anche per l’ignoranza che ne fa da contorno. Allora invito gli stessi studenti del Liceo Scientifico, e di tutti gli istituti scolastici, a presentarsi uniti in questa battaglia, e ricercare la possibilità del confronto su questo tema, a chiedere che questo tema venga affrontato dentro le mura scolastiche, e anche fuori. Invito le Istituzioni ad appellarsi al buon senso e al rispetto della vita di tutti, a confermare la distanza da queste parole, perché la democrazia non può accettare nulla del genere. Invito noi cittadini a non chiudere gli occhi, a dire basta all’odio. A dire basta alla parola “frocio”.
Marco Saladino
P. S. a me una fiaba del genere potrebbe anche piacere. E sicuramente risulterebbe più utile e formativa di tante altre. O forse la gente preferisce che i bambini possano comodamente crescere con Pio e Amedeo
Iniziative