«Nella Giornata del Ricordo voglio rivolgere un commosso pensiero alle migliaia di vittime della ferocia comunista, uccise e gettate nelle foibe perché colpevoli di essere italiani. Alcuni infoibati erano siciliani, molti tra i superstiti si rifugiarono nella nostra Isola, dove trovarono calore umano, accoglienza e la possibilità di progettare una nuova vita. La nostra condanna non va solo ai feroci assassini ma anche a quella parte (la stragrande maggioranza) della politica e della cultura italiana che per oltre mezzo secolo ha voluto tacere e nascondere questa orribile pagina della storia nazionale». Lo dichiara il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci nel giorno della commemorazione delle vittime della strage delle foibe.
“Oggi celebriamo il Giorno del Ricordo per conservare la memoria sull’immane tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle Foibe, le fosse comuni nelle quali al confine nord-orientale furono massacrate migliaia di persone ad opera dei partigiani comunisti jugoslavi del maresciallo Tito. Parlare di Foibe, se da un lato è come riaprire e rinnovare un dolore quasi inenarrabile, dall’altro è, invece, come squarciare un velo su una terribile verità che, per oltre mezzo secolo, è stata taciuta con un’operazione abile e «scientifica»”. A sottolinearlo è l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, che questa mattina ha partecipato alla cerimonia organizzata a Palermo dall’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nella villa intitolata ai Martiri delle Foibe.
In occasione di questa triste ricorrenza, l’Assessorato dei Beni culturali ha pubblicato – per le edizioni curate dal Centro Regionale del Catalogo – il volume, curato da Helga Marsala, sulla mostra fotografica intitolata “Foibe” di Sharon Ritossa, che è stata allestita lo scorso anno nelle sale espositive del Museo archeologico regionale “A. Salinas”. Una pubblicazione che racconta un progetto espositivo in cui unico testimone è l’aspro territorio carsico e le sue fosse comuni, abissi fagocitanti i corpi di tantissimi italiani: identità distinte, ma annullate da una morte atroce.
“Da Assessore dei Beni Culturali e, soprattutto, in questo particolare caso, dell’Identità Siciliana – prosegue l’assessore Samonà – leggo nelle Foibe l’annientamento di vitali comunità e la cancellazione di ogni singolo essere che vi apparteneva e della sua storia. È un dovere morale e un atto di giustizia ricordare gli oltre 400 siciliani che in quelle terre hanno trovato la morte. Parafrasando Jorge Luis Borges, dobbiamo sempre tenere in mente che «noi siamo la nostra memoria» che, fatta, spesso, di specchi rotti, dobbiamo assolutamente rendere infrangibili”.