I pescatori e la politica

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I pescatori e la politica

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venerdì 18 Dicembre 2020 - 07:00

Li hanno rilasciati e siamo tutti più contenti. I pescatori di Mazara del Vallo, se non sono già arrivati quando leggerete queste note, tra poco saranno restituiti all’effetto e alla presenza dei propri cari e dell’intera comunità mazarese. Per quello che vale, anche noi ci uniamo alla loro gioia e ci auguriamo di non dovere commentare mai più episodi del genere. Non c’entra nulla, ma ci auguriamo, visto che la Libia sempre quella è, di non dovere più assistere a barchini di disperati che arrivano a Lampedusa e denunciano di essere stati sommersi di botte prima dalle polizia libica e poi dagli scafisti. Ritorniamo alla lieta vicenda del rilascio dei marinai mazaresi.

Appena le agenzie hanno battuto la notizia e gli organi di stampa si sono giustamente affrettati a “comunicarla”, è arrivata la politica con le relative veline accondiscendenti. Così abbiamo appreso che in questi mesi ignoti deputati si erano attivati tramite canali diplomatici per arrivare alla felice soluzione. E noi che, distratti come siamo, non ci eravamo accorti del lavoro di questi nostri rappresentanti. Abbiamo poi saputo che sindaci di remoti paesini di lontane provincie, avevano espresso la solidarietà delle comunità amministrate ai familiari dei pescatori. Si erano interessati sacerdoti e porporati invocando un intervento, non so se ci capite, superiore. Per la verità, e questo è un fatto che non attiene al ragionamento che stiamo facendo, il vescovo di Mazara Domenico Mogavero era intervenuto autorevolmente auspicando anche l’intervento delle forze speciali del nostro paese per liberare i pescatori. Eccellenza noi la stimiamo da sempre, abbiamo condiviso parecchie sue battaglie di civiltà. Questa volta nel nostro piccolo abbiamo auspicato che lei si sbagliasse e non ci fosse stato bisogno dell’intervento delle forze armate. Siamo certi che anche lei ha esultato, oggi che la diplomazia ha vinto. Hanno esultato tutti i deputati della zona ma in tanti a cominciare dai leader nazionali dell’opposizione (assenti in questa vicenda) hanno criticato il fatto che il premier Conte e il suo ministro degli esteri Di Maio, sono corsi immediatamente in Libia.

“Sono delle passerelle che si potevano risparmiare”, ha detto Giorgia Meloni. Che ha vinto la diplomazia è certo. E che la stessa si nutre di incontri, abboccamenti e dialoghi è certo. A volte in politica si passa all’incasso. A noi le passerelle non piacciono ma magari ne avessero fatta una uguale ai tempi dell’omicidio di Giulio Regeni. A proposito di passerelle, chi non ricorda quando Matteo Renzi da premier volò a New York per assistere alla storica finale tutta italiana dell’Us open di tennis tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta? Renzi, annullò tutti gli impegni ufficiali (ci pare di ricordare che doveva inaugurare la Fiera del Levante a Bari), è partì per gli Stati Uniti con il presidente del Coni Giovanni Malagò. Ecco la dimostrazione che ci sono passerelle e passerelle…Bentornati amici mazaresi.

Gaspare De Blasi

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