Manuela Agate e Matilde Sciarrino: due donne su due strade parallele

redazione

Manuela Agate e Matilde Sciarrino: due donne su due strade parallele

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domenica 01 Novembre 2020 - 10:53

Riceviamo e pubblichiamo un contributo insolito, che ci è giunto da due donne marsalesi che con tanto entusiasmo hanno partecipato, su opposti schieramenti, alle ultime amministrative. Dal loro incontro è nata un’interessante “intervista doppia” che di seguito pubblichiamo e che ha il pregio di restituire il senso di un impegno che non si ferma alla competizione elettorale, ma prosegue in maniera lucida e appassionata, nell’interesse della città.

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Siamo due persone con tante affinità ed interessi comuni fra cui la politica. Entrambe ci siamo candidate alle recenti elezioni amministrative della città di Marsala, ma per due schieramenti diversi. Nel post elezioni ci siamo confrontate e abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra conversazione a conclusione della quale ci siamo rese conto che, seppure su due binari paralleli, la nostra destinazione era la stessa.

Manuela: Ad essere sincera non avevo pensato di candidarmi fin quando, verso febbraio scorso, più persone anche appartenenti a orientamenti politici diversi, non hanno cominciato a chiedermi di farlo, ricordandomi e facendo leva sulla mia vocazione per il sociale. A quel punto ho deciso di cogliere l’occasione di mettere a disposizione della politica locale e negli interessi della cittadinanza, il mio impegno sociale e nella tutela dei diritti umani. Per questa ragione ho scelto, tra i vari schieramenti, di candidarmi nella lista Liberi, in quanto ho individuato in essa la lista civica che meglio rispecchiava i valori e gli ideali di solidarietà che volevo promuovere, sostenendo anche un progetto di rinnovamento sia politico che culturale di cui io personalmente avverto il bisogno, e favorendo l’ingresso di tanti giovani in politica.

Matilde: Mi sono candidata perché questo treno è passato al momento giusto e non potevo non salirci. Per me è arrivato il momento di uscire allo scoperto, cioè di fare politica attiva, di mettermi in gioco e di misurarmi con gli altri con l’intento di stare sul palcoscenico, inteso non come occasione di protagonismo bensì come opportunità di fare per gli altri, la comunità marsalese nella fattispecie. Alla soglia dei sessant’anni ritengo di aver accumulato tante esperienze umane e professionali. Ebbene, vorrei metterle al servizio della città in cui sono nata, che ho lasciato per anni per motivi di lavoro e in cui intendo invecchiare. Scegliere la sinistra è stato qualcosa di naturale che non avrei mai potuto mettere in discussione perché alla sinistra appartengo da sempre, dai miei diciotto anni e ancor prima, da quando al ginnasio mi sono posta il problema della collocazione politica. Non ho mai avuto dubbi: sono e sarò sempre di sinistra, direi per ‘nascita’, cioè per appartenenza socio-economica e non solo, per formazione culturale e per convinzioni ideologiche. La sinistra rappresenta per me ancora oggi i valori di equità, di accoglienza, di solidarietà sociale, rispetto delle differenze, apertura multiculturale e salvaguardia dell’ambiente. Per me si tratta sostanzialmente di una visione del mondo dalla prospettiva degli ultimi, dei più deboli, degli emarginati. Ciò vuol dire stare dalla parte dei bambini, delle donne, degli studenti, dei giovani alla ricerca di una prima occupazione, di chi viene considerato ‘diverso’ per scelte sessuali o di vita, dei disoccupati, degli stranieri, di chi ha sbagliato, ha pagato e chiede di essere reintegrato in società, di chi non ha mai sbagliato ma sceglie di non integrarsi, di chi viene relegato ai margini e di chi ai margini ci vuole restare, di chi, come me, sente che la sua patria è il mondo intero, di chi vuole decidere se e quando dire si. In una parola, essere di sinistra per me significa stare all’erta e non abbassare la guardia anche a nome e per conto di chi non ha voce, insomma, credere ancora nella possibilità di migliorare questo nostro mondo. E oggi tutto questo è un andare controcorrente per non affogare.

Manuela: L’ho vissuta con l’entusiasmo e la determinazione che metto in ogni cosa che faccio. Devo dire che, essendo la mia prima esperienza di campagna elettorale, credevo che avrei trovato maggiori difficoltà ad inserirmi e a farmi spazio in un contesto politico fatto di tante figure con molta più esperienza di me, e in un ambiente che, diciamolo, anche se non maschilista, è comunque prettamente maschile. Tuttavia, complice anche il fatto di essermi collocata in una lista composta da giovani, tutti alla prima candidatura come me, la campagna elettorale si è rivelata un’esperienza molto formativa e stimolante, vissuta con uno spirito di squadra per il raggiungimento degli obiettivi comuni, e un sano spirito di competizione tra candidati. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, è stata una campagna elettorale un po’ anomala, in quanto abbiamo dovuto rinunciare a molti eventi pubblici, agli incontri, ai comizi, preferendo invece incontrare gli amici e i potenziali elettori in occasioni private, persino a casa davanti a un caffè, evitando assembramenti. Nel caso della mia lista, abbiamo scelto anche di rinunciare ad avere un comitato, una sede fisica dove riunirci. Per esperienza personale ma, da ciò che ho visto, anche per quanto riguarda gli altri, ci siamo adattati molto a nuovi modi di comunicare, soprattutto attraverso i social, che hanno sicuramente il vantaggio di raggiungere moltissime persone e forse lo svantaggio di suscitare con maggiore facilità polemiche e discussioni, a volte anche sterili.

Matilde: Nonostante le limitazioni imposte dalle norme anti-covid, la campagna elettorale è stato un periodo molto intenso e ricco di incontri e di stimoli. Ho avuto modo di parlare con molte persone, amici di vecchia data, parenti, conoscenti e persino vicini di casa che non vedevo da tempo. Ho ascoltato le loro esigenze, le loro lamentele e le loro aspettative. Mi sono resa conto che tutti hanno bisogno di parlare, di sentirsi compresi, di avere un amministratore che sia un reale interlocutore, di non percepire la vita della città come conseguenza di scelte subite. Il palazzo deve essere vicino ai cittadini, su questo non ho dubbi. In quanto prima esperienza mi sono sorpresa della mia stessa ‘faccia tosta’; ero sostenuta da un’alta motivazione al punto che non mi sono fatta problemi ad andare per strada, a bussare nelle case, a cercare consensi. Sono stata sempre piacevolmente sorpresa in quanto mi aspettavo maggiore disaffezione e frustrazione da parte delle persone con cui mi confrontavo quotidianamente anche per telefono o tramite messaggi. Invece, ho notato che la speranza in un futuro migliore è sempre viva anche in chi apparentemente sembra disinteressato. In molti ho colto l’entusiasmo di vedere in me una loro possibile rappresentante; in altri la previsione che mi sarebbe stato difficile impormi perché nuova nel panorama politico cittadino e forse non adeguatamente provvista di ‘artigli’. Infatti, la visione della politica che in generale è emersa è che essa implica una certa dose di aggressività, di pugnace e persino spietata virulenza, elementi che, secondo me, non appartengono ad un sereno e democratico confronto. La spiegazione di questa idea contorta della politica risiede, a livello locale, nel venir meno delle idealità, sopraffatte da scelte di opportunismo e di mero arrivismo, insomma di attaccamento alla poltrona da parte di alcuni amministratori. Della campagna elettorale ho apprezzato tutto il lavoro di backstage, i preparativi prima e gli incontri con i compagni di lista poi. Alcuni li conoscevo bene, altri poco, altri ancora affatto, eppure si è costituito un gruppo di cui mi sono sentita parte, persone con cui ho condiviso la stessa visione di Marsala 2020-2025 e con cui spero di poter continuare a lavorare insieme per rendere più forte ed incisivo il ruolo che ci è toccato, quello di stare all’opposizione. Proprio perché l’opposizione è quantitativamente così esigua (21-3) oggi più che mai è necessaria un’azione collettiva di allerta civica, di attenzione da parte della società civile per sostenere dall’esterno il lavoro di chi rappresenta la sinistra al consiglio.

Manuela: Se fossi stata eletta avrei fatto esattamente ciò che so fare e che ho sempre fatto a titolo di volontariato, ma auspicandomi di raggiungere, grazie agli strumenti della politica, risultati più concreti e incisivi nell’interesse della collettività: il mio obiettivo sarebbe stato quello di cercare di tutelare maggiormente chi viene discriminato o emarginato dalla nostra società, promuovendo innanzitutto percorsi di sensibilizzazione e inclusione. Stiamo assistendo in tutta Italia, e Marsala non è esente, a un’ondata di odio e violenza che va avanti da troppo tempo. Non mi riferisco soltanto agli episodi di razzismo cui abbiamo assistito di recente anche nella nostra città. Mi riferisco anche all’omofobia, alle discriminazioni di genere (anche nel lavoro), al bullismo e cyber bullismo presenti nelle scuole. Quando parlo di sensibilizzazione intendo dire che bisogna avviare innanzitutto un cambiamento culturale, volto a concepire tutto ciò che è “diverso da noi” come una ricchezza e non più come una minaccia. Avrei voluto battermi per questo anche mossa dalla convinzione che il sentirsi più accolti, tutelati e inseriti nel tessuto sociale della propria città, spinga tutti a sviluppare un maggiore senso civico e di responsabilità nei confronti di quella stessa città e dei propri concittadini, suscitando comportamenti virtuosi e più rispettosi del bene comune.

Matilde: Da consigliere comunale mi sarei occupata in primo luogo dell’organizzazione di tutta una serie di eventi culturali rivolti a diversi target a cominciare dai più piccoli fino agli anziani, fasce di età che spesso non vengono prese in considerazione (forse perché gli uni non sono ancora elettori e gli altri sono stanchi di esserlo?) Mi sarei dedicata alle esigenze del mondo della scuola a cui appartengo e che conosco bene. Fra l’altro, da anni ormai organizzo con l’associazione culturale di cui faccio parte, ‘Istantanee’, incontri con autori migranti denominati ‘Letteratura-mondo’ che, nell’ultima edizione, ha previsto anche la realizzazione del primo concorso di scrittura creativa rivolto agli studenti delle superiori che ha riscosso notevole successo. Gli eventi hanno avuto il patrocinio del Comune di Marsala e spero che possano continuare ad avere il suo supporto. Agli studenti marsalesi è stata offerta la possibilità non solo di essere lettori, ma scrittori, di esprimersi e confrontarsi con i coetanei. Di questo hanno bisogno i giovani, di sentirsi protagonisti e responsabilizzati. Anche tramite questi incontri si contribuisce a prevenire e ridurre la dispersione e l’evasione scolastica. Il mio slogan per la campagna elettorale era ‘Un mare di idee’ perché in realtà penso di avere tanti progetti da realizzare, tutti rivolti alla promozione di una vita più umana, attenta al rispetto di se stessi, del prossimo e dell’ambiente.

Manuela: Io ritengo che sia giusto dare voce ai bisogni o anche semplicemente alle opinioni di tutti i cittadini, e chi come me si era impegnato in prima persona in campagna elettorale ha il dovere morale di portare avanti il suo impegno civico anche fuori di Sala delle Lapidi, facendosi promotore di iniziative e idee che possano contribuire a dare nuovo lustro alla città e a migliorarla sotto ogni aspetto, collaborando il più possibile per supportare il lavoro dell’Amministrazione Comunale. Ritengo inoltre che le donne in particolare, poiché presenti in minoranza in Consiglio Comunale, abbiamo il dovere di dare il loro sostegno e fare squadra intorno alle candidate elette, affinché tutte le donne possano essere rappresentate al meglio.

Matilde: Anche fuori dal cosiddetto ‘palazzo del potere’ credo di poter offrire il mio contributo alla vita della città. Da docente coordinatrice di un progetto Erasmus plus avente per tema proprio il rispetto del prossimo e dell’ambiente, la sostenibilità dalla terra alla tavola intendo coinvolgere la cittadinanza, gli amministratori, gli imprenditori e la popolazione scolastica facendo loro conoscere il lavoro della nostra scuola e delle scuole partner. Con l’associazione ‘Istantanee’ di cui sono socia intendo continuare a realizzare eventi culturali nell’ambito della letteratura della migrazione, invitando in città poeti, scrittori, attori, registi e musicisti che hanno posto al centro della loro produzione artistica il tema dell’incontro multiculturale. Ho anche deciso di continuare il percorso intrapreso, quello di una cittadinanza attiva, di una più attenta osservazione della vita della città. E lo farò attraverso il progetto da me ideato IO CAMMINO. Si tratta di camminare tutte le domeniche con l’obiettivo di accendere i fari su un luogo della città che necessita della nostra attenzione, come ho fatto quando domenica 18 ottobre ho deciso di camminare lungo la costruenda pista ciclabile dello Stagnone per segnalare a tutta la città, compreso a chi si appresta ad amministrarla, l’opportunità che venisse ripristinato il senso unico. Domenica 24 ho deciso che IO CAMMINO dovesse sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’acqua e del suo approvvigionamento, che deve essere sicuro e garantito per tutti. Per questo ho percorso, a piedi naturalmente, il tragitto che va da piazza del Popolo al viale del Signorino, da fontanella a fontanella. Con il progetto IO CAMMINO intendo contribuire, anche solo in modo semplice e allo stesso tempo plateale, alla comune aspirazione di benessere, cioè per una Marsala dove vi vive bene, una città europea e mediterranea, come prospettato da tutti i candidati amministratori. E’ stato scritto nei programmi perché ci si credeva davvero o solo per conquistare più preferenze? Io ad una città più ecosostenibile, nel senso di città in cui i bisogni dei cittadini di oggi non compromettano i diritti dei cittadini di domani, ci credo e per questo IO CAMMINO.

Manuela Agate e Matilde Sciarrino

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