Ci scrive Diego Maggio che rilancia la sua idea di classe dirigente per amministrare Marsala.
“C’era una volta la televisione in bianco e nero. E la scelta era possibile solo fra il Primo e il Secondo Canale. Erano, quelli, tempi in cui esistevano recinti che separavano le idee e le rendevano incomunicabili fra loro. Erano tempi nei quali la diversità politica, ogni diversità, era una colpa. Viviamo ormai da tempo nel tempo del tv color: dal cui telecomando siamo liberi di selezionare migliaia di frequenze e così di scartare il pattume.
E anche se le ideologie, nei dibattiti fra deputati e senatori, insistono nel rimarcare differenze, il popolo comincia ormai a rifiutare i dogmatismi che hanno finora impedito il dialogo fra diversità di pensiero. Gli schieramenti (per effetto dei quali ci siamo fatti stupidamente mettere gli uni contro gli altri) hanno fin qui fatto comodo ai carrieristi ed ai mestieranti della politica: i quali – chiuso il sipario delle commedie parlamentari, spenti i microfoni delle recite televisive, scesi dal palco dei comizi urlati – finiscono poi per andare a cena insieme, all’insaputa dei rispettivi ingenui seguaci.
Purtroppo destra e sinistra, populismo e sovranismo, seppure ormai categorie superate dalla storia, vengono fatte esistere ancora da e fra gli “addetti ai lavori”.
Ma noi abbiamo l’ottimismo per credere che da Marsala possa partire il secondo risorgimento italiano, dove non ci saranno più poveri contro ricchi, uomini contro donne, eterosessuali contro gay, giovani contro anziani, credenti contro agnostici, cittadini contro migranti. Il vero nemico di tutti è la “mediocrazia” cui ci siamo assuefatti, rassegnandoci ad essere rappresentati e amministrati da persone senz’arte né parte, da traffichini senza esperienza e con l’unica “competenza” del guinzaglio elettorale a cui tengono legati i tanti portatori di bisogni, estorcendone il consenso,
Vorremmo che tutti i marsalesi, d’ora in poi, partecipassero uniti con entusiasmo e lealtà alla rinascita di un paese (il quinto dell’isola per dimensioni, ma il primo per profondità di storia) che ha tutte le caratteristiche per primeggiare nel Paese.
Se c’è una necessità che l’epidemia ha fatto emergere è, infatti, quella che dalla crisi o ci si salva tutti insieme o si soccombe. L’esigenza della solidarietà è ormai avvertita dalle coscienze di tutti. Questo significa che ci sono donne e uomini di valore in ogni anima dell’elettorato: dalla grande idea socialista al cattolicesimo democratico alla borghesia laica e liberale
Obiettivo dei MARSALESI UNITI è di aggregare (non più su calcoli previsionali di peso elettorale, ma basandoci sulle competenze e buone volontà) una classe dirigente che non insegua più indennità e gettoni, ma che sia – come un tempo – il punto di riferimento e di fiducia dell’intera popolazione marsalese”.