Quando eravamo in età per giocare al calcio (male, anzi malissimo), il passaggio era una delle cose che ci dava più fastidio. Dare la palla ad un compagno era come cedere un pezzo di noi. Poi abbiamo capito, soprattutto da spettatori, che il calcio è un gioco di squadra e che la palla una volta tocca a te giocarla, subito dopo ce l’ha un tuo compagno. L’importante è che non la prendano gli avversari. Ma questo è un altro discorso, non siamo qui a dare lezioni di calcio anche perché siamo totalmente squalificati a farlo.
Abbiamo fatto questa specie di preambolo perché in questi giorni sono tornati di moda i “passaggi”. Non quelli sportivi, ma quelli politici. E dire che nel linguaggio della politica chi lascia un partito e va da un altra parte (mai a casa, si capisce), la parola passaggio era stata sostituita, volendo accentuare in dispregiativo la cosa, da quella di “cambio di casacca”. Anche qui il termine viene mutuato dal calcio, non a caso siamo un popolo di pallonari. Abbiamo tante volte scritto, in queste note note, che a noi chi cambia idea non ci dispiace. Abbiamo invece, non so se ci capite, “paura” di chi rimane rigidamente ancorato ad un concetto e da lì non si smuove. Abbiamo anche scritto, qualche volta riferendoci al Consiglio comunale di Marsala che “i cambi di casacca” erano ormai diventati abitudinari tanto da farci pensare che forse non si trattava di opinioni mutate, ma di posizioni di convenienza.
Tre deputati del M5S a proposito del recente voto parlamentare sul Mes, hanno votato contro il governo Conte e forse stanno per passare al gruppo della Lega. Ci può stare. Del resto non è stato proprio il Movimento di Grillo che, costretto da Salvini, ha cambiato opinione alleandosi con gli avversari di ieri ( PD)? Noi però ripensiamo, in questi giorni di tavoli (non imbanditi in vista delle festività natalizie, ma politici in vista delle amministrative) che parecchi di quanti vi partecipano (e anche chi ne resta fuori), 5 anni fa erano stati eletti in una lista diversa da quella che rappresentano ora in Consiglio comunale. E il fatto particolare è quello che si preparano a partecipare alle prossime amministrative in altre liste con denominazioni civiche nuove. Un volta eletti si prepareranno a qualche nuovo passaggio? Per evitare critiche e polemiche inutili non mettiamo tutti nello stesso calderone.
Invitiamo i nostri lettori a digitare un nome di un consigliere (magari per quello che hanno votato nel 2015), e scoprire se nel frattempo ha cambiato casacca. Legittimamente, per carità