Confisca di beni per tre milioni di euro a Mimmo Scimonelli, ritenuto postino della mafia

Gaspare De Blasi

Confisca di beni per tre milioni di euro a Mimmo Scimonelli, ritenuto postino della mafia

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venerdì 22 Novembre 2019 - 12:29

Nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato appartenente alla Divisione Anticrimine della Questura e Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno eseguito nei comuni di Partanna, Salemi e Gibellina, il decreto di confisca per un valore stimato di 3 milioni di euro, nei confronti di Scimonelli Giovanni Domenico 52 anni che ricopre un ruolo di spicco all’interno della famiglia mafiosa di Partanna, quale anello della catena epistolare facente capo al latitante Matteo Messina Denaro.

Al soggetto è stata applicata anche la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 4 anni .

Il provvedimento fa seguito al sequestro preventivo, già eseguito nel 2016, scaturito da approfondite analisi ed indagini patrimoniali svolte congiuntamente dai poliziotti della Divisione Anticrimine della locale Questura e dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza.

La figura dello Scimonelli emerge come manager impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati Despar e della sua azienda vinicola Occhiodisole s.r.l., ma anche come “postino“ dei pizzini con i quali portava gli ordini del latitante ai boss mafiosi.

L’uomo è noto alle cronache giudiziarie perché era già tratto in arresto nell’agosto del 2015, nell’ambito dell’operazione “Ermes” condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, in quanto individuato tra quei soggetti fedelissimi del capo mafia castelvetranese Matteo Messina Denaro, prestati a recapitare e a ricevere la corrispondenza del ricercato, non solo allo scopo di agevolare il mantenimento del suo status di clandestinità, ma anche per assicurare la trasmissione di direttive per gli scopi di Cosa Nostra trapanese.

Nel dicembre del 2015, lo Scimonelli era stato inoltre raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il suo coinvolgimento in qualità di ideatore e mandante dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso, avvenuto nel maggio del 2009 presso lo “Smart Cafè” di Partanna di Lombardo Salvatore, “ punito” per aver rubato un furgone con a bordo merce di proprietà dello stesso Scimonelli.

Per tale episodio la Corte d’Assise di Trapani nel gennaio del 2018 lo ha condannato all’ergastolo.

L’odierna confisca riguarda ben 8 beni immobili, 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni e mezzi meccanici) 4 società/imprese con i relativi capitali sociali e i pertinenti complessi aziendali (di cui 2 operanti nel settore della compravendita di generi alimentari e bevande, nonché nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari già confezionati, mentre le altre 2 operanti nel settore agricolo e immobiliare), 1 partecipazione in altre società, 15 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.

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