Ma che freddo fa…

redazione

Marsala

Ma che freddo fa…

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martedì 19 Novembre 2019 - 06:05

Che tu, mamma, sia pronta o meno, il nostro più grande nemico è arrivato e noi, ovviamente, ci facciamo ritrovare impreparate ed indifese. E’ tutta una squadra composta da malattie esantematiche, catarro, tosse grassa, tosse secca, tonsillite, faringite, laringite e chi più ne ha più ne metta. Una squadra che mette i nostri figli ko e noi mamme ancora di più. Ritorna ogni anno al primo freddo ed, infatti, eccola lì.

Si presenta puntuale il giovedì pomeriggio con un naso gocciolante, spesso accompagnato da maniche di felpa color verdastro, utilizzate dai più piccoli come fazzolettini Kleenex. Dura di solito pochi giorni, il tempo di mandare in aria il weekend. Il lunedì mattina, improvvisamente, l’emergenza rientra e la famiglia puoi così felicemente riprendere il regolare ritmo delle faccende quotidiane. Senza aver dormito per notti intere e dopo aver trascorso il fine settimana in compagnia di Toffanin, D’Urso e De Filippi. Viene quasi da pensare che probabilmente germi, virus e batteri, a tale visione, abbiano tentato il suicidio. E pare che ci siano pure riusciti, beati loro. Il weekend trascorre, quindi, tra una lotta per un lavaggio nasale, con relative minacce a Babbo Natale e/o promesse di regalino di pronta guarigione, ed una per lo sciroppo. Almeno tre volte al giorno. E, se necessario, un’ora di ronzio di aerosol. Il tutto continuamente condito da continui “soffia, soffia forte con il naso” a cui, per grazia divina, corrispondono eguali inspirazioni verso il senso opposto. Le notti passano tra un commento e l’altro di mamma e papà, tra un “d’estate che problemi ci sono”, ed un “si stava meglio quando si stava peggio”. Presto i commenti si trasformano in ipotesi scientifiche, velate, ma non troppo, da tono accusatorio verso l’altro genitore: se tu l’avessi vestito un po’ più pesante, se non fosse venuto con te sullo scooter, se non avesse sudato durante il corso di karatè che tu hai scelto per lui, se non fosse andato all’asilo per tutta la settimana. Presto, le battute diventano pura ironia e l’ironia diventa discussione: allora la prossima voglia asciughi tu quel metro di capelli che si ritrova. Allora, la porti tu dal pediatra. Allora, la mattina le infili tu la canottiera con la forza. Quello è il momento che ti fa capire che hai bisogno di dormire, di ritrovare la tua lucidità mentale, di riprendere in mano la situazione.

Ed invece, arriva anche per te un tracollo improvviso del tuo sistema immunitario. È domenica mattina e il tuo apparato respiratorio mostra le prime debolezze. Ma tu sei mamma e le mamme, a quanto pare, non hanno il diritto di stare male per più di 24 ore. Quindi prendi una Tachipirina, porti una Efferalgan in borsa, metti un oki nel beauty case, che non si sa mai, e via. È lunedì e in qualche modo bisogna pur ricominciare la settimana.

Michela Albertini

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