Ha parlato di importanza delle infrastrutture e dell’esigenza di fare sistema con il resto di Italia, Salvatore Ombra, presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi, invitato da La7 per partecipare al talk intitolato “Gattopardi – atto II” di Non è l’Arena e condotto da Massimo Giletti. Nei giorni scorsi Salvatore Ombra ha anche ricevuto una missiva da parte del numero due di Ryanair, David O’Brien in cui gli annuncia l’attivazione della tratta quotidiana Trapani-Pisa, dalla stagione Summer 2020, come prova, ha scritto lo stesso O’Brien, di un piano a lungo termine per l’incremento dell’impegno della compagnia irlandese su Trapani. A Non è l’Arena, insieme al conduttore Massimo Giletti e agli altri ospiti l’ex deputata Nunzia De Girolamo, il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, l’imprenditore del nord Gianluca Brambilla e l’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, Salvatore Ombra ha parlato dell’aeroporto e delle condizioni dei trasporti dell’Isola. «La Sicilia probabilmente sconta cinquant’anni di arretratezza – ha affermato il presidente di Airgest, Salvatore Ombra -. Da Marsala a Palermo ci vogliono 5 ore in treno e ovviamente noi dobbiamo prendere la macchina. C’è però una classe imprenditoriale in pieno fermento che lavora, che produce, che si impegna, che investe e si confronta con un contesto che guarda all’Europa». Dopo una stoccata alla società che gestisce le autostrade, Ombra poi ha detto: “Sono tornato in aeroporto, perché il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, me lo ha consentito”.
Sulla trasmissione è intervenuta anche il deputato regionale marsalese Eleonora Lo Curto: “Più che fare informazione in certe trasmissioni televisive si preferisce denigrare la Sicilia. Massimo Giletti crede di fare bene parlando di sprechi e mala amministrazione nella nostra regione, ma a “Non è l’Arena” sovente si presentano i personaggi meno titolati a parlare di buongoverno. È il caso del redivivo Rosario Crocetta al quale andrebbero poste domande sul sistema Montante che ha stretto la Sicilia tra i tentacoli del malaffare durante il suo governo, e sul regalo fatto al governo Renzi di oltre 600 milioni per smantellare le province e con queste le scuole e le strade siciliane. Per non parlare dei conti su cui non ha fatto chiarezza e sul disavanzo che avrebbe potuto spalmare in trent’anni avendo un governo nazionale amico e dialogante”. E mentre alla Lo Curto non sono piaciuti gli interventi dell’imprenditore Gianluca Brambilla e dello scrittore Pietrangelo Buttafuoco, infine ha dichiarato, in una nota ufficiale: “Se è facile puntare il dito contro chi da siciliano in Sicilia e a Roma non ha fatto il proprio dovere, non è davvero tollerabile che non si dica che lo Stato e chi ha governato agisce dietro le spinte degli interessi delle grandi lobby che sono in Europa e nel nord Italia e questo avviene attraverso le infrastrutture, le imprese e il sistema bancario smantellato in Sicilia e concentrato al proprio al nord”.