Con un documento inviato all’Assessore regionale dell’Agricoltura Edgardo Bandiera, le associazioni siciliane Legambiente, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e WWF Italia hanno chiesto l’emanazione di un urgente decreto per sospendere, con effetto immediato, l’esercizio venatorio almeno fino al 31 ottobre nell’intero territorio della Provincia di Trapani, a seguito di gravi casi di bracconaggio. Nelle settimane scorse infatti, è stato ucciso a fucilate da un cacciatore di frodo nelle campagne di Marsala, un Falco Pecchiaiolo, specie protetta; nel trapanese giorni fa, il Corpo Forestale ha sanzionato 5 cacciatori per violazione delle norme sull’attività venatoria ed è stato sequestrato un richiamo acustico elettronico, posizionato per il prelievo illegale della Quaglia nel belicino.

LEGAMBIENTE, LIPU e WWF inoltre, ricordando l’uccisione – lo scorso anno – di un avvoltoio Capovaccio liberato in Basilicata, nell’ambito del progetto europeo LIFE “Egyptian vulture”, che ha trovato la morte tra Mazara del Vallo e Petrosino; poco dopo un’Aquila di Bonelli, molto rara e monitorata con un trasmettitore satellitare nell’ambito del progetto LIFE “ConRaSi”, fu ritrovata morta a Fulgatore, mentre due esemplari di Nibbio bruno furono uccisi nei pressi di Calatafimi. “La sospensione della caccia ridurrebbe i rischi di abbattimento o ferimento – affermano gli ambientalisti -. Il Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, indica la Sicilia occidentale e , in particolare, proprio la Provincia di Trapani quale “black-spot” di massima attenzione per il bracconaggio”.