La comunità trapanese si appresta a celebrare i tradizionali festeggiamenti patronali di agosto. Con l’occasione, la Diocesi del capoluogo annuncia una serie di novità rispetto alla consueta programmazione. “Si tratta – come si legge nella nota inviata alla stampa dalla Diocesi – di novità ad experimentum: in particolare il programma cittadino non prevede più i festeggiamenti per San Lorenzo, santo titolare della Cattedrale, che non avevano una tradizione significativa e, seppur importanti, si concentravano in giornate in cui la pietà trapanese tradizionalmente era già ricca di momenti spirituali e di condivisione per i suoi patroni principali. I festeggiamenti per San Lorenzo avranno un carattere esclusivamente parrocchiale”.
Un cambiamento significativo riguarda anche la festa di Sant’Alberto: la processione del giorno della sua festa, il 7 agosto, si concluderà al Santuario, eliminando il trasporto del giorno 9 che ormai avveniva in maniera anonima con un numero sparuto di fedeli.
“Il nuovo percorso processionale – si legge nella nota diocesana – oltre a tenere in considerazione il nuovo sviluppo urbano della città, farà simbolicamente percorrere al Santo patrono della città l’odierno asse viario principale di Trapani, per idealmente immergere la sua presenza benedicente nel concreto vissuto esistenziale di quanti lo invocano evitando il desolato e solitario rientro del giorno 9. Le linee guida dei vescovi siciliani del 1968 e del 1972, tra l’altro, chiedono espressamente ai vescovi di sospendere quelle processioni dove la partecipazione del popolo è esigua. Non si tratta di una volontà d’impoverimento del patrocinio e dei festeggiamenti in onore del nostro santo patrono. La Diocesi con questo segno desidera lanciare un sasso del mare dell’indifferenza per stimolare una riflessione condivisa sul grande valore delle forme di pietà popolare ereditate dal passato. Quando alcuni gesti non sono leggibili come nel passato e la loro “significatività” – legata al contesto della loro creazione – non risulta più evidente, bisogna interrogarsi per una possibile trasformazione che non sia dissoluzione, ma rinnovamento, con l’assunzione di nuove modalità espressive. Sarebbe sterile infatti, esprimere semplicemente il proprio rammarico per una tradizione perduta senza impegnarsi fattivamente per ridarle vigore, provando nuovi cammini”.
“Siamo tutti grati e consapevoli del dono di vivere in un territorio ricco di tradizioni – si legge ancora nella nota -. Esse rappresentano un patrimonio che ci è stato donato e che dobbiamo tramandare alle nuove generazioni conservandone l’anima – come affermato dal vescovo Pietro Maria Fragnelli nelle Linee guida diocesane pubblicate il 24 gennaio scorso. Un dono che è desiderio di tutti conservare per vivere insieme, come città unita attorno al Santo patrono, i momenti di folklore e i cammini di spiritualità che sempre sanno generare quella serena letizia che proviene da una fede semplice e profonda. Con questi sentimenti invitiamo tutti i fedeli e coloro che amano sinceramente le nostre tradizioni, a dare il proprio contributo, a manifestare la propria sincera devozione al nostro Santo patrono partecipando alle celebrazioni del 6 e del 7 agosto rinvigorendo l’afflato religioso e popolare e l’antico fervore della nostra città a Sant’Alberto”.
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