Nonostante tutto, io voto

Vincenzo Figlioli

Marsala

Nonostante tutto, io voto

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sabato 25 Maggio 2019 - 07:03

Io domenica voto. Voto perchè ho sempre creduto nel valore di questo strumento di partecipazione democratica e perché si tratta di una consultazione elettorale quanto mai delicata, tenuto conto che mai come in questa fase l’Europa si ritrova ad affrontare difficoltà e insidie.

Dall’esterno, Trump e Putin hanno assunto atteggiamenti ostili sia da un punto di vista commerciale che da un punto di vista politico nei confronti dell’Europa. La crisi economica del 2008, com’è noto, ha innescato tutta una serie di eventi, dal tracollo della Grecia, al referendum sulla Brexit, fino all’affermazione dei partiti e movimenti sovranisti, che hanno fornito ulteriori argomenti ai detrattori dell’Unione Europea, alimentando la convinzione che le istituzioni continentali siano un covo di tecnocrati, a guida tedesca, tendenzialmente insensibili alle difficoltà degli Stati membri e dei cittadini. Tutto ciò ha purtroppo offuscato i meriti che l’Unione ha costruito nel tempo, pacificando il continente dopo secoli di guerre, vigilando sul rispetto dei diritti promuovendo innovazione, progresso tecnologico, occasioni di scambio e conoscenza per gli studenti, che hanno avuto modo di partecipare ai vari progetti Comenius, Erasmus, Leonardo. Meriti passati in second’ordine rispetto a una promessa di prosperità e benessere che era tra le basi dell’Unione e che molti cittadini ritengono non sia stata mantenuta. Ma proprio il fallimento della Brexit sta dimostrando che in un mondo globalizzato l’isolamento non paga e le difficoltà che pure abbiamo oggi sarebbero destinate a moltiplicarsi se l’Europa tornasse all’egoismo degli Stati sovrani.

Sarebbe però sbagliato, in questo contesto, dimenticare errori e omissioni di cui si sono resi protagonisti coloro che hanno guidato in questi anni l’Unione Europea, che, per dirne una, avrebbero dovuto mostrare una maggiore disponibilità nel rivedere i Trattati economici piuttosto che intestardirsi su politiche di austerity che hanno messo in grave difficoltà gli Stati membri. L’Italia, da parte sua, sconta la miopia mostrata dalla classe politica in questi anni, che spesso ha inviato all’Europarlamento attori, cantanti e soubrette, mentre i tedeschi eleggevano i propri rappresentanti più preparati. Tristemente nota è la questione dei fondi europei ideati per far crescere l’economia dei territori depressi e utilizzati poco e male nel Sud Italia.  Serve una logica diversa, che poi è quella che hanno seguito molti Paesi dell’Est, capaci di cogliere le opportunità offerte dall’Unione.

Voto, dunque, con la speranza di contribuire a rafforzare un’idea di Europa che possa aiutare la nostra terra ad affrontare le sfide della modernità. E lo farò nonostante comprenda pienamente le ragioni del comitato #sevolovoto e provi lo stesso senso di indignazione dei suoi promotori di fronte a una classe dirigente che, a vari livelli, ha dimostrato di non capire quanto l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi sia importante per l’economia del nostro territorio. La loro è una protesta legittima e civile, che non si manifesta in un’astensione fine a se stessa, ma in una mobilitazione matura e consapevole. Tuttavia, per le motivazioni sopra esposte, continuo a pensare che votare domani costituisca un appuntamento con la storia a cui, chi ha a cuore le sorti del sogno europeo, non può mancare.

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