Resta sotto sequestro la Sicilfert, l’azienda marsalese con sede in contrada Maimone che si occupa del compostaggio di rifiuti. La Sezione per il riesame delle misure cautelari presso il Tribunale di Trapani ha infatti rigettato la richiesta di riesame proposta dai difensori della Sicilfert s.r.l. in merito al provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Marsala ed eseguito il 24 gennaio scorso dai Carabinieri della Compagnia di Marsala. “Prima dell’esito del riesame era già stato avviato un tavolo tecnico con la magistratura per la riapertura dell’impianto sulla base di un piano di primi interventi condiviso con l’amministratore giudiziario”, afferma l’avvocato della proprietà Diego Tranchida.
Come si ricorderà, l’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Marsala, iniziata nel giugno del 2018 sulla base di controlli svolti dalla Polizia Municipale, ha permesso di accertare, in primo luogo, una serie di irregolarità nella gestione dei rifiuti da parte della Sicilfert, tra cui il conferimento di quantitativi di rifiuti superiori al limite massimo annuo consentito ed in assenza delle necessarie autorizzazioni. A seguito dell’esecuzione del sequestro preventivo, la gestione della Sicilfert è stata affidata ad un amministratore giudiziario, il quale avrà il compito di sanare – ove possibile – le irregolarità riscontrate onde consentirne – attesa la rilevanza pubblica dell’attività esercitata – il corretto funzionamento. Quello dell’azienda lilybetana, la cui sede si trova in contrada Maimone, com’è noto è uno dei dieci impianti autorizzati dalla Regione Siciliana ad accogliere le frazioni organiche dei rifiuti prodotti in diversi centri della provincia. Gestito dalla famiglia Foderà, può ricevere fino a 55000 tonnellate di organico, che poi viene trasformato in compost tramite adeguato trattamento.