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Europee 2019, Corrao scioglie la riserva: “A disposizione del M5S per continuare il lavoro iniziato”

Scalda i motori il parlamentare europeo pentastellato in vista delle elezioni del 26 maggio prossimo. Eletto 5 anni fa, a Bruxelles si è fatto notare anche per la sua battaglia in difesa dei prodotti agricoli locali contro i trattati di libero scambio. In Italia è diventato uno dei punti di riferimento all’interno del Movimento 5 Stelle che gli ha affidato il coordinamento della campagna elettorale siciliana del 2017 e quella delle nazionali del 2018, l’anno nel corso del quale ha effettuato pure un tour di 370 tappe siciliane. Attualmente, è responsabile nazionale degli enti locali per il M5S.

Il tribunale dei ministri ha deciso di procedere nei confronti di Matteo Salvini, ministro dell’Interno, per quanto riguarda il caso della nave Diciotti. Cosa farete voi del M5S?

Il Movimento 5 Stelle ha sempre rispettato l’operato della magistratura, ha sempre creduto fortemente nello stato di diritto e, quindi, nella separazione dei poteri e così, come abbiamo sempre fatto nel corso della nostra esperienza all’interno delle istituzioni, non ci arrocchiamo dietro il privilegio che è previsto nei confronti dei parlamentari, ossia l’immunità, e voteremo a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini cosicché verrà sottoposto a giudizio come un altro libero cittadino in Italia.

La linea del ministro dell’Interno sull’immigrazione è stata molto criticata dall’opposizione ma anche dalla Chiesa. Qual è la vostra posizione su questo tema?

La nostra posizione è quella che abbiamo espresso nel corso degli anni attraverso i voti sia nella passata legislatura al Parlamento nazionale che al Parlamento Europeo, dove abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo e legato appunto alla risoluzione delle cause profonde che provocano le migrazioni, ma anche a un meccanismo che possa dare la possibilità a chi scappa effettivamente da persecuzioni e guerre di trovare un rifugio senza mettersi in mano alla criminalità organizzata e ai trafficanti di uomini. Ora, il problema essenziale che riguarda l’opinione pubblica è che attorno al tema dell’immigrazione si fa spesso un ragionamento da tifoseria. Quindi, ci sono quelli che tifano per “tutti fuori” e quelli che tifano per “tutti dentro”. Questo sicuramente non aiuta un dibattito sano e non aiuta a far comprendere realmente il fenomeno. È chiaro che stiamo parlando di vite umane. Quando si parla di vite umane bisogna stare molto attenti. Il tema è altamente sensibile proprio perché tratta vite umane, ma quando ci si trova al governo del Paese si è costretti a trovare delle soluzioni che siano di buon senso, nel rispetto del quadro internazionale. La cosa che è sicura è che la tratta dalla Libia, quindi, la possibilità data ai trafficanti di uomini di prendere i soldi di queste persone che, dopo l’attraversamento della foresta, del deserto e mettersi sopra delle “bagneruole” rischiando la vita, arrivano in Italia, è una cosa che va chiusa, che non è sostenibile così come non è sostenibile che le navi che battono bandiera di tutti gli Stati europei, facciano delle operazioni di ricerca e salvataggio avvicinandosi alle coste libiche e portino questi migranti in Italia dove di fatto rimangono bloccati in virtù del Regolamento di Dublino, del quadro normativo internazionale. Per noi va benissimo, appunto, che si salvino vite umane, siamo assolutamente disposti a fare la nostra parte per quel che riguarda la redistribuzione, ma è ovvio che è una situazione di cui si deve farsi carico tutta l’Unione Europea, in cui l’Italia non può continuare ad essere lasciata da sola. Invece, la chiusura della tratta, il fatto di evitare le partenze è un servizio anche agli esseri umani perché mantenere questa tratta aperta significa garantire la morte di tante persone nel Mediterraneo. Anche quando erano presenti tantissime imbarcazioni sia delle operazioni di ricerca e salvataggio che andavano a gonfie vele, i numeri di morti era superiore rispetto ad oggi che le operazioni sono diminuite. Quindi, questo testimonia come l’aumentare della presenza delle navi nel Mediterraneo non aiuta a salvare più vite umane. Ci sono sicuramente più persone che partono, più persone che sbarcano, ma pure più persone che muoiono. Meno persone che partono significa meno persone che muoiono. È una questione puramente matematica. Bisogna garantire attraverso la delegazione dell’Unione Europea, attraverso le ambasciate degli Stati membri, attraverso un lavoro delle Nazioni Unite che chi effettivamente ha bisogno della protezione internazionale perché scappa da condizioni di invivibilità dovute a persecuzioni, guerre o anche a fattori di sfruttamento economico, possa trovare la possibilità di partire per via aerea e raggiungere la protezione nell’Unione Europea.

In queste ultime settimane avete sollevato la questione dell’influenza francese ancora oggi in Africa. Questo tema è stato ripreso per rubare un po’ la scena la vostro alleato di governo?

Assolutamente no. Noi abbiamo detto che vogliamo trattare il fenomeno dell’immigrazione in maniera elaborata, andando ad agire sulle cause profonde. Sicuramente, l’atteggiamento post colonialista della Francia nei confronti delle ex colonie è una delle cause dell’immigrazione. Non diciamo che è la causa o l’unico problema, ma è sicuramente uno dei problemi su cui bisogna intervenire. Così come lo è l’azione di molte multinazionali che sfruttano in maniera completamente sconsiderata le risorse di quei territori e generano povertà, miseria, sfruttamento da cui poi conseguono grandi migrazioni di massa. Di questo se ne è sempre parlato, ma se si vuole realmente cominciare a trovare soluzioni, bisogna cominciare ad agire sulle cause profonde. Ed è necessario che da parte delle organizzazioni internazionali, da parte delle Istituzioni europee incominci a cambiare atteggiamento nei confronti di chi predica, predica bene e sta sempre pronto a puntare il dito nei confronti degli altri, ma che poi, in realtà, è uno dei principali fautori, è una delle principali cause dei problemi che oggi ci troviamo ad affrontare. Ricordiamoci che nel caso concreto della Francia, è il paese che ha destabilizzato la Libia per motivi ed interessi economici e ha generato l’apertura di questo caos, con conseguente tratta aperta da cui partono e muoiono tante persone, per via degli interessi sui pozzi petroliferi.

Nello stesso tempo, con la Francia, o meglio con la nuova forza politica che sta nascendo in Francia, quella dei gilet gialli, avete tentato un approccio in chiave europea. Un approccio che sembra però essere fallito. Quali altri movimenti avete già contattato o pensate di contattare?

L’approccio con i gilet gialli non è fallito. È ancora in corso. Stiamo capendo se i gilet gialli riusciranno a fare una lista competitiva per le europee e nel caso in cui ci riescano siamo assolutamente disponibile a collaborare con loro e lavorare nell’ottica di un nuovo gruppo politico, che è un gruppo, ed è quello che stiamo facendo, da costruire con altre forze politiche “disallineate”, cioè che non stanno né nel blocco del partito dell’establishment, dei socialisti, dei popolari, dei liberali, e neanche stanno nelle forze estremiste, quindi non sono né di destra né di sinistra. O, comunque, non appartenenti alla famiglie, ideologicamente schierate. Con questi movimenti politici, che sono quasi tutti nuovi, stiamo cercando di costruire una via alternativa per un’Europa migliore, che pensi ai cittadini europei, che non sia al servizio di finanza, banche e grandi capitali delle multinazionali. Questo è l’obiettivo su cui ci stiamo muovendo a livello europeo.

Si ricandiderà alle prossime elezioni europee?

Io in questi anni sono stato al servizio del mio territorio, del mio Paese ed ho cercato di portare avanti con grande energia quello che è questo grande progetto del Movimento Cinque Stelle. Sono stato sicuramente uno degli interlocutori principali del Movimento 5 Stelle a livello internazionale, quindi, farò di tutto per portare a termine, nel migliore dei modi questo lavoro e sono a disposizione per continuarlo.

Il 2018 si è concluso, per quanto riguarda la sua attività politica, con il conseguimento di un’importante battaglia: la direttiva antiriciclaggio. Questo risultato cosa significa per l’Italia?

Significa inserire all’interno del quadro normativo di tutti e 27 Stati dell’Unione Europea, una normativa che è più simile a quella che abbiamo già in Italia. Quindi, significa dare la possibilità al giudice italiano di applicare nel caso in cui si cercano di recuperare i denari derivanti dai reati, la possibilità di agire in quadro normativo armonizzato negli altri paesi dell’Unione Europea. Un grande problema perché, come dicevano Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, per trovare le criminalità organizzate bisogna seguire, appunto, i soldi e spesso questa attività investigativa, di ricerca dei soldi, viene bloccata dal fatto che nei diversi Stati europei vigono regole difformi. Con questa normativa antiriciclaggio creiamo un quadro normativo un po’ armonizzato a livello di diritto penale che dà degli strumenti ai nostri magistrati per poter meglio perseguire quelli che sono i proventi dell’attività criminosa.

Con la manovra avete approvato il reddito di cittadinanza e la quota cento. Adesso si sollevano perplessità sull’ingaggio della figura del cosiddetto navigator, anche perché sono previsti tempi strettissimi per l’assunzione di questi profili professionali.

Si è fatta molta ironia sul nome dei “navigator”. In realtà sono delle persone, dei professionisti che verranno assunti appunto per velocizzare quella che deve essere la procedura di fruizione e inserimento in quello che è il programma del reddito di cittadinanza. Intanto, bisogna ricordare che abbiamo inserito nel nostro ordinamento una pietra miliare, una sorta di punto fermo che, secondo me, nessuno toccherà mai più in futuro, nonostante c’è chi vuole raccogliere le firme per abolirlo. Quello che è stato fatto è un passaggio rivoluzionario all’interno dell’ordinamento che dimostra come il Movimento 5 Stelle mantenga le promesse. Già di per sé questo è incredibile perché in politica non lo fa mai nessuno. Dal reddito di cittadinanza, ovviamente, derivano tutta una serie di oneri per chi ne sarà beneficiario e questo, innanzitutto, comporta la stipulazione di un patto con lo Stato per l’inserimento a lavoro e per la formazione. Il navigator avrà la funzione di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro. Quindi, quello che è l’obiettivo del reddito di cittadinanza da parte di queste persone che ne usufruiscono. Ci sono tempi stretti, però, tutto il reddito di cittadinanza è una sfida che noi abbiamo preparato con grande meticolosità, cercando di pensare a qualsiasi tipo di aspetto potesse generare problemi, e che siamo convinti di vincere.

Nel fine settimana avete annunciato un’altra misura che adotterete nel 2019: il salario minimo orario. Un tema prevalentemente di sinistra.

Bhè, noi siamo accusati di essere un governo di destra, un governo xenofobo, che fa non si sa che cosa, però, in realtà, il primo governo che fa delle cose di cui la sinistra ha sempre parlato, ma che poi non ha mai fatto. Anzi, ha sempre preferito proteggere gli interessi di Berlusconi o di qualsiasi speculatore che ci fosse in Italia. Noi abbiamo fatto una cosa molto importante per proteggere le classi più vulnerabili di questo Paese con il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza che, ricordiamo, non sono delle cose scontate. Così come abbiamo fatto il decreto dignità, che va d intervenire sulla precarietà e, quindi, sui diritti dei lavoratori, o il decreto anticorruzione che va a combattere le piaghe principali di questo paese. Il salario minimo orario rientra nel quadro appunto di queste grandi battaglie di civiltà che stiamo appunto portando avanti, attraverso il quale contiamo di inserire all’interno dell’ordinamento. Un quadro di contrasto a quelli che sono lavori degradanti in quanto retribuzione fissando un parametro orario uguale a quello che c’è in Germania che è di quasi nove euro l’ora.

Lei ha citato Berlusconi. Ritornando a parlare di europee, l’ex premier ha dichiarato di scendere in campo per contrastare il vostro Movimento.

Ogni volta che Berlusconi offende il Movimento 5 Stelle per me è veramente motivo di grande orgoglio. Ricordiamo che costui finanziava con denari propri Cosa nostra, che è l’organizzazione che ha devastato la nostra terra e che con Berlusconi, a quanto pare, ci andava molto d’accordo. Quindi, considerando che il suo partito è stato fondato da lui e da un altro che è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Marcello Dell’Utri ndr) ed essere considerati un pericolo da una persona del genere, che tanto male ha fatto al nostro Paese, tanto male ha fatto alla nostra terra, tante bugie ha raccontato agli elettori e tanto male ha fatto all’immagine internazionale dell’Italia, secondo me, è un motivo di grande vanto e di grande orgoglio. Ogni volta che Berlusconi parla male del Movimento 5 Stelle io sono assolutamente felice e orgoglioso di essere un rappresentante del M5S.

Lei proviene da Alcamo che è rappresentata a tutti i livelli istituzionali dal M5S: dal sindaco, al deputato regionale, al deputato nazionale, a lei. Come affronterà nella sua città la campagna elettorale del 26 maggio prossimo dal momento che qui è nato un circolo della Lega?

L’esistenza di un circolo della Lega per me è completamente indifferente.

Nonostante siate al governo insieme? Nella sua città, da voi molto rappresentata, fiorisce questo movimento…

Siamo al governo con la Lega che, ricordiamoci, fino a due anni fa si chiamava Lega Nord. E comunque ha interloquito con noi in quanto forza politica rappresentativa del Nord Italia che ha accresciuto molto i suoi consensi ed è riuscita a penetrare anche in altre regioni d’Italia. Il fatto che possano nascere circoli è legittimo, una cosa democratica, ma io francamente non vedo per cui un siciliano debba aderire o sostenere le ragioni di un partito connotato, un partito del Nord che peraltro è in un momento in accordo di governo con il Movimento 5 Stelle che è ampiamente rappresentato e che sta consentendo alla Lega di espiare i peccati portati avanti con Berlusconi. Questo è un governo che ha un ampio gradimento da parte dei cittadini italiani e al sud, soprattutto in Sicilia, in Sardegna, nella nostra circoscrizione non c’è alcun motivo di sostenere la Lega perché il M5S fa benissimo la parte di rappresentanza di queste regioni. La nascita di circoli in Sicilia, in Calabria, nel sud Italia in generale non è legata ad una ragione di appartenenza, ma di opportunità. La Lega ha sicuramente eroso consenso a destra e questo è diventato un’opportunità per chi probabilmente vuole saltare su un carro. Una cosa è certa: il Movimento 5 stelle in Sicilia e in tutta Italia è nato in maniera spontanea, da battaglie civiche. Quindi, noi siamo pienamente rappresentati, titolati. Io ho fatto parte fin dalla nascita del M5S, quindi, è una mia seconda pelle. Non esistono invece leghisti siciliani, calabresi, pugliesi. È tutta gente con trascorsi diversi che, magari, non ha trovato spazio dove lo cercava e cerca insomma una sua possibilità politica. Legittimo in democrazia, ma inopportuno se si pensa al fatto che quello che sta facendo la Lega lo sta facendo grazie al Movimento 5 Stelle che è pienamente rappresentato qui.

Linda Ferrara

 

 

 

redazione

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