Il Consiglio comunale di Alcamo ha approvato la delibera sulle modalità per depositare il biotestamento

redazione

Il Consiglio comunale di Alcamo ha approvato la delibera sulle modalità per depositare il biotestamento

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mercoledì 19 Settembre 2018 - 18:00

Nel corso della seduta consiliare sono stati votati anche tre debiti fuori bilancio. Sempre tre sono state le interrogazioni trattate in Aula Falcone-Borsellino e presentate dal consigliere comunale Giacomo Sucameli, recentemente approdato al gruppo politico Sicilia Futura.

Con 16 voti favorevoli (Movimento 5 stelle, Caterina Camarda di Abc-Alcamo Cambierà, Filippo Cracchiolo del PD, Anna Allegro e Saverio Messana dell’UDC), sono state approvate le modalità operative di ricevimento e registrazione delle DAT (disposizioni anticipate di trattamento). Hanno, invece, espresso voto contrario i consiglieri comunali Gino Pitò (Abc-Alcamo Cambierà) e Francesco Dara di Noi per Alcamo. Si è astenuto Giovanni Calandrino di Sicilia Futura. La delibera è arrivata in Aula Consiglio su proposta dell’ufficio comunale competente in materia, a seguito anche delle richieste di molti cittadini che hanno espresso volontà di dichiarare le proprie DAT, comunemente definite “testamento biologico” o “biotestamento”,  regolamentate dall’articolo 4 della legge 219 del 22 dicembre 2017, entrata in vigore il 31 gennaio scorso. Al testo portato in Aula sono stati presentati due emendamenti votati, poi, all’unanimità dei presenti. Uno è stato sottoposto al Consiglio comunale dalla prima commissione consiliare competente in materia per sostituire semplicemente una parola della proposta di delibera, provvedendo al deposito “chiuso” invece che “aperto” delle buste contenente le disposizioni, e l’altro dal gruppo Abc-Alcamo Cambierà che ha proposto il formato cartaceo e digitale delle stesse. La presidente della prima commissione, Piera Calamia (M5S), nel suo intervento oltre a ricordare che la norma nazionale porta la firma di un deputato pentastellato, Matteo Mantero, ha anche aggiunto sulla DAT “È una dichiarazione resa dal cittadino di essere sottoposto ad accertamenti diagnostici o terapeutici nel momento in cui non è più capace di autodeterminarsi. Sono venuti alla ribalta tantissimi fatti di cronaca, come ad esempio quello di Eluana Englaro. Proprio questa legge è andata a definire e a colmare questo vuoto, in maniera tale che chi vuole, appunto, il cittadino, il disponente, può andare a definire se o meno sottoporsi a determinate cure. Ma non solo in casi di soggetti che hanno delle malattie con un esito infausto, pensiamo a chi soffre, purtroppo, di SLA o tante altre malattie invalidanti, ma anche chi per propri convincimenti religiosi non vuole sottoporsi ad alcune cure. Quindi, anche in questo caso, possono essere depositate le DAT al comune”. Poi la consigliera comunale dei 5 stelle ha continuato “Per quanto riguarda questo regolamento, vediamo che vi sono tre modelli allegati: un modello in cui vi è il nome del disponente e le disposizioni; poi, un altro modello in cui viene individuato se si vuole il nome del fiduciario e l’altro modello che serve per l’accettazione del fiduciario”. Infine, la presidente della prima commissione ha affermato “Penso che non ci siano pareri discordanti fra i colleghi consiglieri nel dovere approvare questo regolamento perché, come diceva il segretario, già ci sono state molte richieste da parte di molti cittadini, per cui speriamo di votare tutti all’unanimità”. Ma come già sopra anticipato, così non è stato. In modo divergente hanno votato, tra l’altro, i due consiglieri comunali di ABC-Alcamo Cambierà presenti in Aula. L’esponente politico del gruppo Gino Pitò ha, infatti, spiegato in tal modo la sua scelta “Rivendico la mia possibilità di votare una proposta contro anche in difformità rispetto al mio gruppo per motivazioni squisitamente etiche. Per cui, io credo che anche se questo Consiglio sta facendo delle cose previste dalla legge, ma dentro la legge ci sono delle cose che non condivido dal punto di vista etico, mi riservo di votare contro e sottolineare la mia presa di posizione contro l’impalcato normativo. Ripeto è un tema che in Italia non è stato normato a dovere. E secondo me è per fino possibile che è un tema di questo tipo debba completamente stare fuori dalla politica, nel senso che debba essere poi demandato alle persone. Mi rendo conto che una società ideale è complicata, ma non è tema da Consiglio comunale. Quindi, io voterò contro il provvedimento”.

Nel corso della seduta consiliare in Aula Falcone-Borsellino, sono state presentate e discusse tre interrogazioni presentate dal consigliere comunale Giacomo Sucameli, recentemente approdato al gruppo politico Sicilia Futura. Le domande rivolte all’amministrazione Surdi erano state depositate prima della sua separazione dal Partito Democratico, con il quale è stato eletto, e annunciata in Aula Consiglio la scorsa settimana. Le interrogazioni consiliari hanno avuto per oggetto: le buche presenti nelle strade, il ruolo da coordinatore di un dipendente ASU e l’ospedale S.Vito e S.Spirito. Sempre durante la seduta di ieri sono stati trattati tre debiti fuori bilancio concernenti le spese legali scaturite dalle sentenze della commissione tributaria provinciale di Trapani che hanno condannato il Comune di Alcamo a pagare complessivamente circa 3.700 euro. Il primo debito fuori bilancio nasce dall’annullamento di un avviso di pagamento della Tari per il 2014. Si tratta della questione dell’idoneità delle aree scoperte, destinate ad esposizioni di autoveicoli (autosaloni), a produrre o meno rifiuti. Il caso viene fuori dal contrasto giurisprudenziale sulla tassabilità ai fini Tari delle aree in questione. Infatti, una sentenza della Cassazione del 2017 che prescinde dalla natura delle aree oggetto della controversia, e cioè se pertinenziali ad una attività commerciale oppure operative, ha confermato la tassabilità dei parcheggi dei supermercati, cosa che, secondo l’orientamento attuale degli uffici comunali, costituisce una fattispecie simile, ma che comunque non è stata accolta dalla commissione tributaria che ha condannato l’ente. L’altro debito ha riguardato una fattispecie relativa alla Tarsu del 2008. Il giudice tributario nell’ultimo caso invece, come riportato nelle osservazioni del segretario comunale, il dottore Vito Bonanno, ha ritenuto i locali oggetto della tassazione, nello specifico del 2013, disabitati e, dunque, non suscettibili di essere sottoposti all’applicazione della quota variabile sulla base del nucleo familiare che, in detta fattispecie, risulta formato da 4 persone, così condannando il Comune di Alcamo. La votazione di tutti e tre debiti fuori bilancio si è conclusa riguardo al primo debito con 18 voti favorevoli, 0 contrari e 3 astenuti (Sucameli, Dara e Norfo). Stesso esito ha avuto la deliberazione per il secondo debito fuori bilancio. Invece, per il terzo debito 17 sono stati i voti favorevoli e un astenuto (Norfo).

Linda Ferrara

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