Colombaia, simbolo di storia e di cultura: riflessioni in attesa del bando per la concessione in gestione.

redazione

Colombaia, simbolo di storia e di cultura: riflessioni in attesa del bando per la concessione in gestione.

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sabato 16 Giugno 2018 - 12:31

Riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma di Luigi Bruno, presidente dell’associazione “Salviamo la Colombaia”.

Il compito assunto dall’Associazione Salviamo la Colombaia e per il quale ha combattuto per ben sedici anni è quello di volere che la Colombaia venga messa nelle condizioni di potere offrire un servizio non solo alla cittadinanza ma a che a quanti turisti e studiosi si sentono attratti dal fascino di tale bimillenario castello. Ciò non significa che non debba interessarsi all’uso che se ne dovrà fare, del quale se ne è parlato tanto con proposte e progetti che, sotto certi aspetti ,nulla hanno a che fare con le vere aspirazioni dell’uomo comune il quale ha sognato e sogna la Colombaia come punto di riferimento, polo di attrazione culturale e come luogo vivo e vitale. Non come luogo effimero che segue logiche affaristiche e di apparenti promozioni del territorio. Non bisogna dimenticare che si tratta di un monumento che è radicato nella storia della nostra città e pertanto legato al ricordo del passato e della sua storia nel Mediterraneo e che deve servire unicamente come baluardo della nostra cultura. Pertanto ben vengano tutte le proposte per una sua riqualificazione le quali comunque dovrebbero passare al vaglio della cittadinanza e non come parto di una singola persona o di un ristretto gruppo di burocrati o di tecnici Nessuno può arrogarsi il diritto di dire di avere un unico buon progetto per realizzare un lavoro a misura d’uomo senza dovere ascoltare i fruitori. E’ utile ricordare che negli anni ’50 fu progettato il Tribunale di Trapani il quale senza alcun criterio e immaginazione fu costruito in maniera da eliminare l’antico quartiere spagnolo, da precludere uno sviluppo più organico e più lanciato nel futuro della città e che ne ha soffocato il suo sviluppo. A quel tempo fu pensato di porre un limite ad una città per la quale non veniva previsto uno sviluppo. Un grosso errore per il quale oggi ne paghiamo le conseguenze. Nella progettazione di qualcosa da realizzare nella Colombaia deve essere studiato (pensato), deve essere qualcosa che non rappresenti soltanto le esigenze del periodo attuale ma a qualcosa che sia lanciato nel futuro e che soddisfi le esigenze dei nostri figli e dei loro figli. Non possiamo, come è stato fatto per il tribunale, scaricarla con provvedimenti che soffocherebbero il suo sviluppo creando un grave danno. Non può essere creata una “scatoletta” nella quale inglobare velleità più o meno politiche o affaristiche , deve rappresentare qualcosa di cui essere orgogliosi e non un insulso contenitore fatto di lustrini e luci più o meno psichedeliche dedicato soltanto ad uno sparuto numero di persone o di “proprietari” che per lungo tempo ne farebbero un uso al di fuori delle logiche di una città che ha bisogno di diventare un faro per il Mediterraneo e per il mondo. Dobbiamo stare attenti e la cittadinanza deve essere attenta e deve contestare nei modi e nei tempi qualsiasi tentativo di obbrobrio. Ci dobbiamo comunque preoccupare per le indicazioni, che a tutt’oggi non conosciamo, attraverso le quali l’Agenzia del Demanio intende concedere a privati la gestione cinquantennale della Colombaia che sarebbe utilizzata, certamente, solo per un ritorno di utile e non per quello che viene richiesto dalla cittadinanza e cioè una fruibilità che possa consentire una ripresa economico/turistico di grande valenza per la città.
Luigi Bruno

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