Quello che si sta svolgendo davanti al giudice Franco Messina è l’ultimo dei tre procedimenti giudiziari, che hanno riguardato l’alterazione della volontà popolare durante le elezioni amministrative svoltesi ad Alcamo nel 2012, ancora in corso.
Si è svolta nelle tarda mattinata di martedì, presso il tribunale di Trapani, l’udienza del processo per voto di scambio ad Alcamo alle elezioni comunali del 2012, nel quale sono imputati, per quanto concerne quella che viene definita la fase del ballottaggio, l’ex senatore del PD, Antonino Papania, e il suo stretto collaboratore parlamentare, Massimiliano Ciccia. Entrambi sono stati invece condannati nel 2016 (http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo-ecco-le-motivazioni-della-sentenza-che-ha-condannato-papania/) in primo grado dal giudice Lucia Fontana per quanto riguarda i fatti relativi alla fase pre-elettorale. Attualmente il processo è pendente presso la Corte d’Appello di Palermo. Mentre, nell’ambito del procedimento giudiziario succitato, che si sta tenendo davanti al giudice Franco Messina, iniziato nel 2014, sono coimputati, oltre all’ex senatore e al suo braccio destro, anche Giuseppe e Leonardo De Blasi, Giuseppe Filippo Di Gaetano, Davide Bartolomeo Picciché, Giovanni Renda e Leonardo Vicari.
Si può sostenere che l’inchiesta della Procura di Trapani, guidata dai magistrati Rossana Penna (poi sostituita nel corso dei processi) e Franco Belvisi, sia sorta a seguito di due atti intimidatori: il primo, nel 2011, ai danni di due imprenditori alcamesi e che ha condotto all’instaurarsi degli altri due procedimenti giudiziari giunti ad un primo grado di giudizio, per l’appunto; il secondo, nel 2012, avvenuto presso la segreteria politica dell’ex parlamentare del PD, Antonino Papania, sita in via Roma ad Alcamo. Dalle intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine emergeva, infatti, una macchina organizzativa in grado di accaparrarsi i voti, in particolare, mediante la distribuzione di generi alimentari alle fasce più deboli della popolazione alcamese, resa possibile tramite l’accreditamento di alcune onlus e associazioni riconducibili all’ex consigliere comunale Antonio Nicolosi, condannato recentemente nell’ambito del secondo processo giunto a termine e svoltosi dinanzi al giudice Piero Grillo (http://www.itacanotizie.it/voto-di-scambio-ad-alcamo/).
Nel corso dell’udienza di martedì è stato ascoltato proprio il presidente del Banco delle opere di carità, Francesco Passantino. L’interrogatorio, iniziato con le domande della difesa, si è svolto nell’aula del tribunale intitolata all’avvocato Giuseppe Corso. Il presidente Passantino, rispondendo al quesito del legale, l’avvocato Vincenzo Catanzaro, ha affermato di non avere mai avuto contatti con Antonino Papania e di avere avuto conoscenza della sua figura solo tramite notizie di stampa. Francesco Passantino ha anche affermato che l’accreditamento delle onlus e delle associazioni, già al centro degli altri due procedimenti giudiziari giunti al termine, avveniva tramite il direttore Francesco Paolo Ciulla (http://www.itacanotizie.it/alcamo-processo-per-voto-di-scambio-depone-il-responsabile-regionale-del-banco-opere-di-carita/) del quale però non conosceva le relazioni da intrattenute. Le indagini della Procura di Trapani, per l’appunto, porteranno alla luce anche i rapporti tra l’ex parlamentare e alcuni dei coimputati nel processo sopracitati, che avrebbero procacciato i voti indispensabili per la coalizione politica dallo stesso sostenuta nell’ambito delle elezioni amministrative in questione.
Di seguito riproponiamo un’intercettazione del 9 maggio 2012 con protagonisti Leonardo Vicari, Giovanni Renda, Giuseppe De Blasi e Leonardo De Blasi. Quest’ultimo riceveva un sms dall’allora senatore Nino Papania, il cui testo è rimbalzato sulle pagine dei giornali dell’epoca e che recitava “Campagna elettorale: se non vince Bonventre siamo morti”. Infatti, lo scambio dei messaggi avveniva all’indomani del risultato delle urne che avrebbe disposto il ballottaggio, svoltosi il 20 e 21 maggio di quell’anno, tra i candidati a sindaco Sebastiano Bonventre, sostenuto dall’ex parlamentare del PD, e Niclo Solina, appoggiato dalla lista civica ABC. Bonventre sarebbe risultato poi il vincitore di quella competizione elettorale solamente per 39 voti.
DE BLASI GIUSEPPE: Papà rispondi un messaggio… (bestemmia)…
VICARI LEONARDO: zitto vediamo cosa dice…
DE BLASI GIUSEPPE: campagna elettorale: se non vince Bonventre siamo morti!!!…
I soggetti intercettati, però, sono indispettiti nei confronti di Nino Papania, che sembra costituire per questi uomini una sorta di “bancomat” al quale chiedere costantemente dei soldi per il lavoro svolto, ma che in quel momento non li vuole più ricevere. Inoltre, i protagonisti della conversazione parlano di un uomo vicino al senatore, soprannominato “Binghi Bonghi” che viene identificato con il factotum del senatore, Davide Picciché.
VICARI LEONARDO: minchia, neanche la bocca mi ha fatto aprire, Peppe … gli ho detto: senatore, più tardi dobbiamo venire da lei per parlare urgentemente con lei … dopo le elezioni, Nanà … minchia! E “Binghi Bonghi?” …
DE BLASI GIUSEPPE: Testa di minchia è, Nana.
VICARI LEONARDO: Cosa di dargli uno schiaffo (bestemmia) e farlo cadere per terra e poi vedere cosa doveva fare lui.
DE BLASI GIUSEPPE: Non è nessuno, Nanà
VICARI LEONARDO: Perché poi pensa … minchia, qua un bordello succede … e mi arrestano … però le cose gliele dobbiamo fare …
DE BLASI GIUSEPPE: Non ti preoccupare …
VICARI LEONARDO: Un po’ di tremore glielo dobbiamo fare avere … che un po’ di tremore glielo devo fare provare … troppo “canna” sta prendendo questo …
DE BLASI GIUSEPPE: gli sembra che ha ad Al Capone accanto … poi è scemo …
VICARI LEONARDO: Sì, vicino a questo minchia di “binghi bonghi’ troppo “canna” sta prendendo … appena gli fanno danno questo “binghi bonghi” diventa un cretino
VICARI LEONARDO: Diventa rosso e neanche …
DE BLASI GIUSEPPE: Scemo diventa … per una settimana diventa cretino, non si fa vedere più.
Dopo parlano dell’incontro saltato con il senatore Papania e delle minacce da mettere in atto nei suoi confronti.
VICARI LEONARDO: dopo le elezioni ci sfoghiamo, Nardino … Ci andiamo a parlare … gli dico: le elezioni sono finite, con te dobbiamo parlare, no oggi debbo parlare con te, Nino, devi prenderti mezz’ora di tempo per parlare con me … appena dice che non può essere … senatore, io lo ringrazio … uno non lo deve minacciare … io lo ringrazio per quello che ha fatto per me, per tutta la mia famiglia … quando ci vediamo ci salutiamo, per me lei è stato un padre … bello, pulito pulito …
RENDA GIOVANNI: bello … pulito …
VICARI LEONARDO: e poi …
DE BLASI LEONARDO: meglio di un padre …
VICARI LEONARDO: un padre, un padre, gli devo dire che è stato un padre … ora purtroppo il ciclo si deve chiudere, Nardino? … E poi sappiamo, dopo quindici giorni, un mese, sappiamo quello che dobbiamo fare … e poi digli che viene “binghi bongo, ping pang”…
DE BLASI LEONARDO: “E ci la suca”…
VICARI LEONARDO: Giusto è? …
DE BLASI LEONARDO: “Binghi bonghi” salta pure in aria …
VICARI LEONARDO: Lascia stare … pure per lui ci dobbiamo partire …
DE BLASI LEONARDO: pure per lui …
VICARI LEONARDO: Prima per il senatore e poi per lui … minchia dice: qua “maluversu c’è” …
DE BLASI LEONARDO: Minchia si sono partiti per noi …
VICARI LEONARDO: ed ha finito … minchia! …’’pinghi ponghi” non ha fatto niente …
DE BLASI LEONARDO: contro di noi si è messo pure …
Linda Ferrara