Si è tenuta al Tribunale di Marsala l’ultima udienza che vedeva imputato un marsalese, G. T., per il reato di molestie a mezzo di apparecchiature telefoniche commesse a danno di una donna, F. G. .
I fatti si riferiscono al luglio del 2014, quando, secondo ciò che fu affermato da F. G., coniuge in atto di separazione, subiva molestie a mezzo telefono dall’ormai ex marito G. T.. La donna presentò querela di parte per un reato peraltro perseguibile anche d’ufficio e furono avviate le relative indagini coordinate dal Pubblico Ministero Antonella Trainito, al termine delle quali il magistrato chiese l’archiviazione.
Il Gip Marcello Saladino, respinse la richiesta di archiviazione e procedette con l’imputazione coatta, rinviando a giudizio l’uomo. Si sono susseguite diverse udienze davanti al Giudice monocratico Tommaso Pierini, durante le quali l’ex moglie si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Luigi Pipitone.
In pratica nel dibattimento, era emerso che i due malgrado la separazione continuassero ad intrattenere rapporti di tipo personale, oltre che normali rapporti dovuti al fatto che la coppia avesse un figlio minore. La donna poi, avvalendosi di messaggeria telefonica, avrebbe dimostrato che l’ex marito l’avrebbe più volte cercata per intrattenere rapporti “soltanto di natura sessuale”. Nell’ultima udienza c’è stato l’intervento del Pubblico Ministero che per l’imputato ha chiesto la condanna ad una pena pecuniaria di 300 euro. Danni morali e conseguente risarcimento sono stati richiesti dalla parte civile.
L’avvocato difensore Nino Rallo del Foro di Marsala, ha chiesto per il suo assistito l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il giudice monocratico ha accolto la tesi difensiva rimandando assolto l’imputato. “Esprimo soddisfazione per l’accoglimento della mia tesi difensiva – ci ha detto l’avvocato Rallo -. Tesi che si avvaleva anche di un serie di sentenze che testimoniano come il semplice contenuto, seppure esplicito, di qualche sms non costituisce reato punibile dal tribunale”