Il 26 aprile, il palcoscenico dell’Impero ospita ‘A Supirchiaria”, tratto da un testo di Leonardo Sciascia. La messa in scena ci mette di fronte alla collusione tra alte sfere e criminalità organizzata, a colpevoli impuniti e innocenti condannati ad essere pedine di un gioco molto più grande di loro, quello che Giovanni Falcone definiva “il gioco grande” del potere. A portarlo in scena per la rassegna teatrale comunale, è il LILIBEUM ENSEMBLE, un collettivo teatrale formato da Federico Brugnone, Marcella Favilla, Melania Genna, Francesco Torre e da Fabrizio Lombardo che ne è stato l’ideatore. Tutti attori marsalesi. Qui l’intervista all’attrice Marcella Favilla.
Dopo tanti anni, dopo il diploma alla scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Luca Ronconi, dopo aver lavorato con registi del calibro di Gigi Proietti, Carmelo Rifici, Daniele Salvo, LluisPasqual, Cesare Lievi e tanti altri, sarai nuovamente in scena nella tua città. Che emozioni ti provoca questo ritorno e come è successo?
È un’emozione grandissima e anche una sensazione molto strana. Più di un anno fa mi ha chiamato Fabrizio Lombardo proponendomi la formazione di un gruppo teatrale tutto marsalese i cui componenti avessero formazione ed esperienze simili e comuni. L’entusiasmo di Fabrizio mi ha subito contagiata e ho accettato di seguirlo in questa magnifica avventura che ha preso il nome di Lilibeum Ensemble. Nel gruppo di partenza anche Federico Brugnone, Melania Genna e Francesco Torre. Adesso trovarmi a lavorare qui per un mese a Marsala con quella che sarà la prima produzione di Lilibeum Ensemble mi elettrizza perché mi riporta alle mie origini e perché mi permette di fare finalmente qualcosa per la mia terra, terra a cui devo molto ma che purtroppo si è spesso dimenticata di me. Qui c’è aria di casa anche nel lavoro che facciamo ogni giorno in sala prove ma tutto il resto è molto faticoso, e mi riferisco all’aspetto burocratico che sta dietro allo spettacolo; ma con l’aiuto di Fabrizio ce la stiamo facendo e non vediamo l’ora di debuttare il 26 aprile al teatro impero con ‘A Supirchiaria e di fare tanti nuovi progetti per Marsala e i marsalesi.
Che spettacolo è ‘A Supirchiaria – appunti per un’indagine su Leonardo Sciascia? Che ruolo o che ruoli interpreterai?
Lo spettacolo, con la regia e l’elaborazione drammaturgia di Giuliano Scarpinato, parla della labirintica indagine da parte del procuratore piemontese Guido Giacosa che si scontra con un fatto criminale inaudito: nella stessa sera, 1 ottobre 1862, in 13 punti differenti di Palermo vengono pugnalate contemporaneamente 13 persone. L’indagine svelerà alcuni dei retroscena di un complotto teso a destabilizzare la situazione del nascente stato Italiano. Io interpreterò diversi personaggi, sopratutto uomini tra cui il diretto antagonista del sostituto procuratore Guido Giocosa, ma anche la moglie di quest’ultimo. È molto divertente giocare con personaggi lontani da te perché richiedono una maggiore ricerca e attenzione per i dettagli. La sfida del travestimento come viaggio nell’interiorità umana. E poi reciterò in dialetto siciliano e farlo a Marsala sarà una bella soddisfazione.
Sei mamma di una bellissima bambina, come è cambiato, se è cambiato, il tuo modo di essere attrice.
Innanzitutto devo ammettere di essere una mamma molto fortunata. Mia figlia è una bambina molto curiosa e ha già imparato ad amare il mondo del teatro, fin da quando aveva un mese l’ho portata in camerino con me e adesso che ha quasi tre anni mi segue in tournée e guarda lo spettacolo da dietro una quinta in silenzio e con l’attenzione di un adulto. Il mio essere attrice è cambiato perché adesso sono ancora più determinata. Prima facevo questo mestiere per passione e devozione, e anche perché pensavo di non saper fare nient’altro (ride); desso lo faccio perché credo che bisogna lasciare un eredità culturale ai giovani che stanno sempre più dimenticando cosa significhi immaginare e sognare. Credo che il teatro sia la macchina magica per eccellenza, ha la capacità di aprire la mente e permette ad un’intera comunità di conoscere e riconoscersi. Il teatro fa ricordare e penso che le generazioni di oggi e quelle future hanno un gran bisogno di non dimenticare. Ecco perché mi dedico anche all’insegnamento e il laboratorio permanente del Lilibeum Ensemble è una bella realtà molto seguita dai giovani marsalesi e aperta a chiunque voglia cimentarsi nell’arte della recitazione e non solo.
Come ti piacerebbe che la città di Marsala vivesse il teatro?
Vorrei che ci fosse una maggiore partecipazione. Marsala vanta un gran numero di compagnie amatoriali, di attori professionisti e di aspiranti tali; ma allora perché non andare a teatro a vedere tutto quello che la nostra città offre? Per un attore andare a teatro fa parte della propria formazione, ogni spettacolo è come un corso di aggiornamento, sviluppa il proprio senso critico e fa nascere domande che è importante porsi, così dovrebbe essere per ogni singolo cittadino, quindi vi invito tutti giovedì 26 aprile alle 21.30 al Teatro impero.