Capire le parole, le parole e le cose – L’alfabeto di Tullio De Mauro

redazione

Capire le parole, le parole e le cose – L’alfabeto di Tullio De Mauro

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mercoledì 07 Marzo 2018 - 17:51

(“Arts gallery”- Marsala, 10 marzo -19 maggio 2018 –, ore 18)

di Antonino Contiliano

L’“Arts gallery” di Angela Ruggirello e Sal Giampino (Via Rapisardi, Marsala) ospiterà il ciclo di incontri “Capire le parole, le parole e le cose- L’alfabeto di Tullio De Mauro”. Tullio De Mauro, linguista di fama internazionale (non più tra noi), ha ricevuto la Cittadinanza onoraria marsalese (Convento del “Carmine”/1 settembre 2016) dall’Amministrazione in carica. Nell’occasione ha tenuto un notevole discorso su debiti e i crediti culturali e scientifici che l’Europa mediterranea ha nei confronti delle terre afroasiatiche.

Nell’occasione degli incontri all’“Arts gallery” i discorsi in campo, pensati e proposti da chi scrive, prenderanno spunti dagli studi semiologici/semiotici di De Mauro, riguarderanno il versante della lingua e dei linguaggi come praxis, poiesis e téchne (parlare/fare/produrre; poiesis e téchne nel senso di perizia, arte del sapere/fare/operare), cioè un codice. Un sistema cioè di segnali e segni articolati e combinati linguisticamente che, attraverso l’evoluzione storica della facoltà del linguaggio come ordine simbolico, costruiscono cose, enti e fatti immateriali, che tuttavia hanno conseguenze reali (dietro, ricordati dallo stesso De Mauro, per es., come nell’opera “Prima lezione sul linguaggio”, 2002, figure quali Ferdinand De Saussure, filosofi come C. Peirce, L. Wittgenstein, logici come C. Morris e R. Carnap, i linguisti E. Benveniste e J. Austin, il prof. Franco Lo Piparo).

I fatti del “fari/parlare” riguardano parimenti quelli politici, economici, finanziari, giuridici e insieme i cambiamenti che coinvolgono le condotte individuali e collettive come quando, per esempio, si crea una situazione di panico (patologia individuale e di massa). Il panico, quell’agitarsi incontrollato di paura e terrore psico-sociale che spunta, per esempio, all’annuncio allarmistico di crisi o fuga di capitali all’estero e di crollo dei titoli di borsa, o di danni e disastri paventati. Enunciati, cioè, che disarmano e controllano un’opinione pubblica piuttosto indifesa rispetto a queste dichiarazioni/atti di persone, istituzioni, autorità che governano la salute e il bene cosiddetto pubblico. Il panico però, scrive Jacques Lacan, è una “malattia” del linguaggio (dell’ordine simbolico semantico-pragmatico) che agisce come realtà prendendo il posto del reale, che, invece, non è riducibile a quanto, verbale o scritto, è circolante e categorizzante. Dunque, demistificando e chiarendo, bisogna riprendersi il reale, il controllo sui propri corpi individuali e sociali.

Per inciso, il prof. Franco Lo Piparo, ordinario di filosofia del linguaggio all’Università di Palermo, è stato a Marsala (Teatro “Sollima”, 26 maggio 2006), ricordando che (da tempo) Tullio De Mauro aveva “individuato nel riconoscimento della politicità della realtà linguistica il carattere distintivo della tradizione degli studi sul linguaggio e le lingue” (Filosofia, Lingua, Politica- Saggi sulla tradizione linguistica italiana, 2004). Nel 2006, al Teatro “Sollima”, F. Lo Piparo era venuto per discutere sul “Simbolo: significati vecchi e nuovi” (ciclo di incontri “Passaggi e tendenze”). Fra gli altri incontri, del periodo, ricordiamo pure quello con il poeta Giovanni Commare (“La poesia italiana del Novecento e il sonetto”), con il prof. Gaspare Polizzi (“Linguaggio della scienza e linguaggio della poesia in Leopardi”) e Giuseppe Gembillo (“Complessità e realtà. Scienza e filosofia”). Questi incontri nacquero su idea, organizzazione e coordinamento di chi scrive e Giovanni Lombardo. Il patrocinio fu dell’Amministrazione comunale di allora.

Per gli incontri “Capire le parole, le parole e le cose- L’alfabeto di Tullio De Mauro” (tutti i sabati – 10 marzo -19 maggio 2018 –, ore 18), i relatori saranno: Antonino Contiliano e Fabio D’Anna: Ricordando Tullio De Mauro, lingua, economia e bio-politica; Gregorio Caimi: Pluralità dei linguaggi musicali; Claudio Forti: I luoghi del teatro: reazioni e condizionamenti del/sul pubblico; Giacomo Cuttone: L’arte nel tempo dei linguaggi digitali; Giovanni Lombardo: Dai consigli di fabbrica ai collettivi del nuovo secolo; Rino Marino: Il teatro della follia; Renato Polizzi: La narrativa ai tempi del cloud; Francesco Vinci: Poesia senza critica. Critica senza poesia; Salvatore Giampino: Parole, segni, suoni in Advertising; Massimo Pastore: Teatro desiderio e potere; Antonino Contiliano e Marco Marino: Enunciati e potere in Edipo re.

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