Davide Ficarra (Potere al Popolo): “Questione meridionale ancora aperta”. E sul 41 bis…

Vincenzo Figlioli

Davide Ficarra (Potere al Popolo): “Questione meridionale ancora aperta”. E sul 41 bis…

Condividi su:

venerdì 02 Marzo 2018 - 06:57

Una delle principali novità di questa campagna elettorale è la lista Potere al Popolo, iniziativa nata dal basso in cui confluiscono donne e uomini che hanno vissuto sulla propria pelle gli effetti del precariato, della disoccupazione, della cassa integrazione. Il loro progetto, benedetto da diversi nomi storici della cultura italiana e dell’associazionismo (tra cui Moni Ovadia, Citto Maselli, Paolo Pietrangeli, Heidi Giuliani, Giovanni Impastato e Vauro) punta al superamento della soglia del 3% che consentirebbe l’approdo in Parlamento. Nel collegio Sicilia Occidentale per il Senato, uno dei candidati è Davide Ficarra, da anni punto di riferimento della sinistra palermitana.

Com’è nata la sua candidatura?

Ho aderito all’iniziativa di Potere al Popolo lo scorso dicembre. E’ una lista nata dalle esperienze dei centri sociali, che raccoglie vari soggetti e organizzazioni di sinistra. E’ una ventata di aria nuova in un panorama a lungo fermo per quanto riguarda il ceto politico. Con noi ci sono lavoratori, precari, disoccupati e tante realtà che per troppo tempo non hanno trovato spazio e rappresentanza.

La crisi ha aumentato le diseguaglianze sociali, ma anche quelle geografiche tra Nord e Sud. Da siciliano come crede che si possa invertire questa tendenza?

Potere al Popolo è l’unica formazione politica che parla di una questione meridionale ancora aperta. Tutti ricorderanno il crollo del pilone sulla Palermo-Catania, ma abbiamo dimenticato che nessuno l’ha ricostruito, è stata fatta solo una bretella. Ci siamo abituati al fatto che le opere possano rimanere provvisorie per tanti anni e che un’autostrada possa essere in condizioni così disastrose. In tutto ciò è evidente l’assenza delle istituzioni e dello Stato, così come sul sistema dei trasporti.

In queste ore siete intervenuti anche voi sull’aeroporto di Birgi. Qual è la vostra posizione?

Non si può fare uno scalo turistico con un solo vettore, altrimenti si rimane sotto il ricatto economico di Ryanair. La provincia di Trapani ha diritto a un grande scalo e per questo si dovrebbe sciogliere il nodo dell’aeroporto militare, riconvertendo tutto al traffico civile. So che è difficile, ma non per questo non bisogna tentarci.

Nel vostro programma si parla molto di lotta alla mafia, ma si propone anche l’abrogazione del 41 bis ai boss. Perchè?

Noi siamo geneticamente antimafiosi e non è un caso che il fratello di Peppino Impastato abbia firmato l’appello al voto per Potere al Popolo. Allo stesso tempo, noi crediamo nella giustizia, non nella vendetta. Per questo chiediamo una revisione del 41 bis, una norma disumana che prevede l’isolamento perpetuo per far sì che i boss non comunichino con l’esterno, anche se poi i fatti hanno dimostrato che comunicano lo stesso.

Altra ferita riguardante il Sud è l’aumento dell’emigrazione giovanile. Qual è la vostra ricetta per frenare un’emorragia che ogni anno vede scomparire l’equivalente di un paese di 20 mila abitanti?

Occorre cambiare il modo con cui la politica si occupa dell’economia. Occorre mettere al centro la questione del lavoro, dei salari, pensare al reddito di cittadinanza e a un’idea di sviluppo economico legato a piccole iniziative da sostenere nell’agricoltura, nel commercio, nella produzione di beni immateriali. Fino a quando tutto ciò non ci sarà, avremo sempre questa storia dell’emigrazione meridionale e tanti giovani laureati andranno nel Nord Europa a fare i lavapiatti. Spendiamo ogni anno tanti soldi per formare i nostri giovani e poi perdiamo le nostre migliori energie, destinandole ad altri Paesi e perdendo così gli investimenti fatti. Occorre dare qualcosa ai ragazzi in modo che mentre si prendono il tempo di riflettere su cosa fare non si ritrovino schiacciati.

In questa campagna elettorale si è parlato tanto di migranti e di rigurgiti neofascisti. Cosa vi aspettate dal prossimo Parlamento a riguardo?

Ci aspettiamo che sciolga i gruppi neofascisti applicando le leggi. Il problema degli italiani non è l’immigrazione, ma i salari bassi. C’è in atto, piuttosto, una combinazione che si basa sulla negazione dei diritti e sullo sfruttamento dei migranti da parte delle mafie. Bisogna intervenire per fermare i trafficanti di esseri umani.

Condividi su: