Continua l’annosa vicenda di Villa Petrosa. Il 3 giugno scorso i residenti della contrada marsalese chiamavano i Vigili del Fuoco per segnalare un incendio divampato in prossimità di una cava. Dieci ore di intervento senza però riuscire a estinguere completamente il focolaio – a circa 20 metri in una superficie di circa 2000 mq – che si è esteso ed continuato anche nei giorni successivi. L’aria continua tuttoggi ad essere irrespirabile in quanto la cava, divenuta una discarica abusiva a cielo aperto, è anche un inceneritore, in pratica.
Le circa 40 famiglie di Villa Petrosa tornano a protestare preoccupati per le esalazioni che fuoriescono dalla cava e dei danni che potrebbero causare alla salute i frammenti di eternit che si trovano gettati lì. Il rischio, però, è che sia stata pesantemente intaccata anche la falda acquifera, con conseguenti danni per le contrade limitrofe e gran parte del versante sud lilybetano. “Continuiamo a respirare aria contaminata – affermano i cittadini, tra cui molti anziani, bambini e donne in gravidanza -. Abbiamo trascorso l’estate con le finestre chiuse ed ancora oggi nessun concreto intervento”. Verso giugno, era stato bloccato con due grossi massi, il prolungamento della strada poderale da cui accedevano i mezzi che scaricavano i rifiuti nella cava, a fianco della quale c’era anche un pastore. Nei giorni successivi all’incendio si erano interessati della vicenda, il sindaco Alberto Di Girolamo, il vice Agostino Licari, il consigliere comunale Calogero Ferreri e la comandante della Polizia Municipale Michela Cupini.
Ai residenti di Villa Petrosa era stato assicurato che nel giro di un paio di giorni sarebbero arrivati i tecnici dell’Arpa per verificare la tossicità dei fumi e i provvedimenti da adottare. Sindaco e comandante avevano assicurato che i tecnici avevano fatto i loro prelievi e che si sarebbero dovuti attendere i risultati. Ma quali sono questi risultati? A chiederselo gli abitanti dell’area che attendono ancora riscontri dall’ente e da parte dell’Amministrazione comunale. Era stata predisposta anche un’ordinanza per la rimozione dell’eternit dalla cava e dell’altro materiale nocivo per la salute. Anche in questo caso i residenti prendono duramente la parola: “Ad oggi nessun intervento è stato fatto per eliminare la presenza di quel materiale tossico. Torniamo quindi a far luce su quanto sta accadendo a Villa Petrosa e alle contrade del versante sud di Marsala. C’è in gioco la nostra salute e non si scherza. Siamo seriamente allarmati per quello che mangiamo, per quello che beviamo e respiriamo”.