I significati di Autonomia

redazione

Marsala

I significati di Autonomia

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martedì 24 Ottobre 2017 - 07:30

Il concetto di autonomia ha diversi significati. Raggiungere o godere dell’autonomia, di indipendenza, ci rende liberi; un organo quale la magistratura è ad esempio autonomo dal potere esecutivo. Tutti concetti sicuramente efficienti. Ma cos’è oggi l’autonomia? Sembra che, di fronte a quanto accaduto in Spagna con la Catalogna e in Veneto e Lombardia in Italia, bisognerebbe riconsiderare il significato di “conquista” insito nella nozione, per recuperare quello più “rivoluzionario” e che tuttora resta una grande incognita.

Dopo il referendum indetto dalla Catalogna, che ha votato per la totale autonomia dallo Stato spagnolo, così come storia del paese ci insegna, lo scenario che si è aperto ha avuto dei risvolti inquietanti. Quello che viene più volte definito, non solo dagli indipendentisti catalani, “il più grande attacco dai tempi di Francisco Franco”, si sta rivelando un caso surreale oltre che un precedente importante, soprattutto in Europa. Il presidente spagnolo Rajoy – che, lo ricordiamo, governa con una larga e labile coalizione – sta lavorando sulla revoca dell’autonomia invocando l’articolo 155 della Costituzione spagnola. Anche se, un ex sindaco comunista di Cordoba, ha tirato fuori una legge firmata dal re Juan Carlos nel BOE (Bollettino Ufficiale dell’Estado) pubblicata il 4 aprile del ’77, in cui si afferma che “… la Spagna riconosce il diritto all’autodeterminazione” dei catalani. Rajoy non ci sta. Ma al di là di quello che ne possa pensare il presidente spagnolo che non vuole mollare l’osso, l’autonomia della Catalogna non è svegliarsi la mattina e sistemare due camice.

E’ riscrivere i confini, istituire gli organi parlamentari e degli enti locali, è ridefinire province, regioni e comuni, stabilire una moneta (che non è detto che sia l’Euro), avere un nuovo apparato burocratico. Per non parlare della difesa e di altre cose spicciole come una nuova Nazionale di Calcio per gli appassionati che si chiedono dove giocherà il Barcellona. E dei cittadini che ne sarà? Sul loro passaporto cosa ci sarà scritto? Lasciando la penisola iberica, nel nostro Paese l’autonomia si è manifestata attraverso un referendum in Veneto e Lombardia. Nonostante non ci sia stata una grande affluenza al voto, le due regioni del nord hanno detto sì a tutta una serie di materie che così verranno gestite in “autonomia” appunto. Materie che prima venivano trattate dallo Stato più o meno in via esclusiva. Tra queste l’autonomia fiscale, ovvero trattenere nei due territori, maggiori risorse finanziarie derivanti dalle imposte locali. Come ha fatto sapere Zaia infatti, quello che chiederanno al Governo – che dovrà poi approvare il referendum – sono i 9/10 delle tasse. L’asse della Lega Nord, che ha dato l’impulso al referendum, in sostanza, non vuole una redistribuzione in Italia del reddito da loro prodotto.

Quello che più spaventa è che, un passo simile, potrebbe comportare una forte sperequazione tra nord e sud, con il primo sempre più avanzato ed il secondo sempre più sottosviluppato. C’è da chiedersi cosa farà il Parlamento italiano adesso, come si comporteranno i deputati e i senatori che rappresentano il Mezzogiorno, che posizione prenderanno da destra a sinistra. Una decisione in favore dell’autonomia delle due regioni potrebbe essere uno degli aghi della bilancia in vista delle prossime elezioni politiche. Chi ha votato sì, ha la ragione di pensare che le tasse che pagano restino nella propria terra. Ma al momento l’unico pensiero che mi viene da esprimere, più terra terra, è che le imposte in Veneto e Lombardia le pagano anche tutti i siciliani, tutti i meridionali, emigrati al Nord in cerca di un lavoro, di migliori condizioni di vita, o semplicemente per continuare gli studi. Emigrati perchè al loro paese non avrebbero avuto sorte migliore, perchè lo Stato non ha mai veramente e concretamente investito nel Sud Italia.

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