Seduta interlocutoria per il Consiglio comunale di Marsala. Iniziati con circa un’ora di ritardo, i lavori sono stati caratterizzati da una lunga e accesa discussione sul futuro dei beni comunali che fanno parte del “Piano delle valorizzazioni e delle dismissioni”. Si tratta di una delibera che tradizionalmente rientra tra quelle propedeutiche all’approvazione del Bilancio di Previsione, che come ricordato in aula dal presidente Sturiano dovrà essere esitato favorevolmente dall’assemblea di Sala delle Lapidi entro il prossimo 28 settembre per evitare la procedura di commissariamento per inadempienza. Contrariamente alle aspettative, però, l’atto non è stato approvato dal Consiglio. Prima dovrà essere discusso un ulteriore emendamento che è stato presentato a fine seduta e sottoscritto da buona parte dei consiglieri.
La seduta, a dire il vero, è stata aperta da una comunicazione da parte del capogruppo dell’Udc Flavio Coppola, che ha posto all’attenzione dei presenti le problematiche di alcuni cittadini che oltre a condizioni di grave disagio economico vivono veri e propri drammi familiari a causa di condizioni di salute che li costringono ad andare a curare nelle cliniche specializzate del Nord Italia le gravi patologie da cui sono affetti. “Di solito – ha affermato Coppola – il Comune paga loro il costo del biglietto aereo. Ma in questi giorni si sono sentiti dire che non è possibile, in quanto non è stato ancora approvato il Bilancio di Previsione”. Coppola ha sottolineato la delicatezza della situazione, invitando l’amministrazione, se necessario, ad utilizzare anche il fondo di riserva del sindaco.
Dopo un ulteriore intervento di Angelo Di Girolamo, che ha chiesto la bonifica di alcune aree cittadini dei versanti nord e sud di Marsala diventate autentiche discariche a cielo aperto (comprese alcune zone Sic) è iniziato il dibattito sul “Piano delle valorizzazione e delle dismissioni degli immobili di proprietà comunale”. Il capogruppo del Pd Antonio Vinci ha sottolineato la necessità di dare reale attuazione a tale delibera dopo l’approvazione, evidenziando le difficoltà legate alla possibilità, da parte del Comune, di fare cassa con la vendita a privati di alcuni beni immobili che la pubblica amministrazione non riesce a gestire e che sono spesso in condizioni di trascuratezza e degrado (da Villa Damiani al Mattatoio comunale): “Non ricordo – ha sottolineato Vinci – se sono mai stati fatti bandi di gara su questi immobili e come sono state fatte le stime sugli stessi”. Su quest’aspetto si è detto d’accordo anche il vicesindaco Agostino Licari, che ha spiegato come all’inizio di quest’anno la giunta abbia cercato di cambiare passo rispetto al passato, dando incarico agli uffici competenti di avviare un indagine per capire se può esserci un reale interesse da parte dei privati sugli immobili di proprietà comunale (compresi quelli che non fanno parte del Piano delle dismissioni). A quel punto è cominciato un acceso “botta e risposta” tra Licari e il presidente Enzo Sturiano, che ha sottolineato come il Consiglio lo scorso hanno, su proposta del gruppo consiliare Udc, avesse chiesto la redazione di un regolamento per la vendita di tale beni. Una richiesta che non ha finora trovato ascolto. Il vicepresidente Arturo Galfano ha invece evidenziato che l’elenco dei beni fornito ai consiglieri non corrisponde a quello in possesso dell’amministrazione comunale e su cui è stato predisposto un apposito avviso pubblico. A quel punto la tensione è andata aumentando, con l’impressione che tra Giunta e Consiglio il problema fosse più legato alla forma che alla sostanza. Aldo Rodriquez ha accusato l’amministrazione di incapacità e critici nei confronti di Licari e dell’amministrazione sono stati anche Pino Milazzo, Giovanni Sinacori e Flavio Coppola. Da parte di Rosanna Genna e Ginetta Ingrassia sono invece arrivate altre proposte per incentivare i privati ad investire sui beni comunali in via di dismissione.
A ridare ordine alla discussione è stato il dirigente Francesco Patti, che ha spiegato come l’elenco consegnato ai consiglieri fosse una sintesi in cui trovano spazio i beni “su cui si poteva effettivamente aprire una discussione”. “Inserire tutti i duemila beni che fanno parte dell’elenco completo sarebbe stato inefficace”, ha spiegato Patti. A quel punto è stata proposta una sospensione dei lavori con l’intento di predisporre l’emendamento al Piano da parte del Consiglio comunale e di comunicare le date delle prossime sedute consiliari. Al ritorno in aula il presidente Sturiano ha però dovuto constatare il venir meno del numero legale e ha decretato lo scioglimento dei lavori. Nella prossima riunione dei capigruppo verrà concordato il calendario delle prossime convocazioni.