Dopo tante parole, arriva il silenzio. Quello che dovrebbe servire a riflettere una comunità che sta per decidere il suo immediato destino. Domani si recheranno alle urne per il rinnovo delle proprie amministrazioni i cittadini di 128 Comuni siciliani. Riflettori puntati, naturalmente, su Palermo, dove Leoluca Orlando si appresta a vivere da protagonista l’ennesima campagna elettorale per il governo della città. Tra i pochi superstiti (assieme al catanese Enzo Bianco) della stagione dei sindaci che all’inizio degli anni ’90 sembrava dover consegnare al Paese una nuova classe dirigente, il fondatore della Rete dovrà fronteggiare l’assalto del pentastellato Forello e dell’ex “delfino” Fabrizio Ferrandelli, già sconfitto con un ampio margine cinque anni fa. Mai come stavolta, però, gli occhi della stampa nazionale guarderanno anche alla provincia di Trapani, reduce da settimane di grandissima tensione politica. Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il senatore D’Alì e l’ex sindaco Fazio hanno scosso l’opinione pubblica e tutto ciò determinerà senz’altro uno scostamento degli orientamenti elettorali rispetto alle previsioni di un mese fa, di cui potrebbero beneficiare Maltese, Marascia o Savona. Difficile, però, prevedere il “quantum”. La sensazione è che, comunque vada, la partita non si esaurirà al primo turno e che lunedì comincerà una campagna elettorale completamente diversa, tra forze che avranno una visione completamente diversa sul futuro della città. Non si riesce a capire quanto la situazione trapanese potrà influire anche su quella ericina, tenuto conto che i due Comuni sono spesso stati vasi comunicanti da un punto di vista politico. Anche qui si prevede un ballottaggio, ma la sensazione è che la partita tra i sei candidati in campo (Montalto, Nacci, Oddo, Sinatra, Toscano e Virgilio) sia molto equilibrata. Tutta da giocare anche la contesa a Petrosino, tra il sindaco in carica Gaspare Giacalone e il suo principale sfidante, Vincenzo D’Alberti. Improbabile, allo stato attuale, un exploit del terzo candidato Vito Messina, che ha rinunciato – ufficialmente per “motivi di salute” – al comizio di fine campagna elettorale. Poi c’è Castelvetrano, che sarebbe dovuta andare al voto domenica per eleggere il successore di Felice Errante e un nuovo Consiglio comunale. Come abbiamo raccontato in questi giorni, lo scioglimento per infiltrazioni mafiose ha comportato l’annullamento della consultazione elettorale. Per 18 mesi la città sarà guidata dai commissari governativi, nell’auspicio che l’onta subìta possa generare una nuova “primavera politica” in grado di farla rinascere. Comunque vada, ci auguriamo che i cittadini di Trapani, Erice e Petrosino possano riflettere in queste ore su cosa serve davvero alle loro comunità. A chi crede nel valore della continuità e a chi in quello del cambiamento, ricordiamo quanto dice la nostra Costituzione a proposito del voto: che sia “personale, eguale, libero e segreto”.
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