Antonio D’Alì è candidato a sindaco della città di Trapani che rinnoverà le cariche amministrative il prossimo 11 giugno.
Senatore, oltre ad essere legislatore in parlamento da decenni, è stato anche amministratore, come presidente della provincia. Che cosa l’ha spinta a tentare la scalata al palazzo comunale?
“Ho seguito da vicino da cittadino e nei ruoli istituzionali che ho ricoperto, l’attività dei vari sindaci che si sono succeduti. Ho fatto proposte che spesso sono cadute nel vuoto. Ora cercherò di portarli avanti in prima persona”.
In che cosa consistono queste iniziative che intende proporre agli elettori?
“Sono contenute in un articolato programma che sto illustrando giorno per giorno ai trapanesi. Mi occuperò del rilancio del territorio, partendo dalle frazioni e dai quartieri popolari”.
Tra gli argomenti che sono piombati in campagna elettorale c’è quello delle ormai famose “eritrine”. Cosa prevede il suo programma in proposito di verde pubblico?
“Quando ero presidente della commissione Ambiente, ho proposto una legge sulla tutela degli alberi. Le eritrine sono il risultato di un disinteresse e di una certa incompetenza delle amministrazioni che si sono succedute. Si è proceduto ad una capitozzatura selvaggia. Sul verde occorre rivolgersi a professionisti del settore. Io sono per tagliare gli alberi solo in caso di estrema necessità”.
A proposito di collaboratori, lei come ha scelto i componenti della sua squadra di giunta?
“Non è solo un problema di assessori. Occorre avere una squadra di tecnici dei vari settori. Collaboratori a titolo gratuito che mettano a disposizione della collettività trapanese la loro esperienza. Partendo da questo presupposto ho già individuato una trentina di soggetti che si sono detti disponibili, ognuno secondo la propria competenza, a darmi una mano d’aiuto e a darla soprattutto alla città di Trapani”.
Tra le liste che sostengono la sua candidatura c’è anche quella del Psi, partito della sinistra storica. Com’è è nata la collaborazione?
Sulla base della condivisione di un programma per la città di Trapani. Io sono un moderato che ama il dialogo. Non mi pare che il Psi sia un partito estremista.
Nel caso in cui dovesse arrivare al ballottaggio, farebbe apparentamenti con gli eventuali sconfitti?
Il mio apparentamento è con i trapanesi e quello resterebbe anche in caso di ballottaggio. Poi se c’è chi dovesse condividere il mio progetto per Trapani, ben venga. Il dialogo da sempre alla base della mia attività politica.