Titolare di un cantiere navale condannato in primo grado giudice monocratico del Tribunale di Marsala, dottoressa Maniscalchi, a mesi 4 di reclusione ed a 5.000,00 euro di multa, si tratta di Antonino Parrinello, titolare di un avviato cantiere navale nel marsalese. Durante la sua requisitoria il Pubblico Ministero aveva chiesto una pena più severa. Il giudice ha concesso le attenuanti generiche ed ha ridotto al minimo la pena in considerazione anche del comportamento del Parrinello. L’uomo marsalese, dopo il sequestro del cantiere nel 2013 ad opera delle indagini coordinate dal Pm Giulia D’Alessandro, aveva provveduto ad effettuare tutti gli interventi necessari per eliminare le questioni sollevate dall’ARPA. Al Parrinello veniva contestata la violazione di alcune norme ambientali, essendovi nel cantiere rifiuti mal collocati, immissioni nell’atmosfera di polveri inquinanti e scarico di acque reflue industriali. L’imputato era difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta. Presente in udienza l’avvocato Cimiotta ci ha dichiarato: “…ritengo sia opportuno appellare la sentenza di primo grado, lo faremo senz’altro non appena sarà resa nota la motivazione della sentenza. Il mio cliente non svolge e non ha mai svolto alcuna attività industriale e pertanto non ha e non aveva bisogno di autorizzazioni agli scarichi di acque reflue industriali. Per quanto poi riguarda i rifiuti trovati al momento del controllo dell’ARPA all’interno del Cantiere, si trattava di fusti contenenti grasso. Il contenuto non era di per sé un rifiuto poiché veniva conservato e poi riutilizzato dal Parrinello stesso”.
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