Il Prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo, ha presieduto il 7 marzo scorso, a Partanna, il Comitato Provinciale dell’Ordine e la Sicurezza Pubblica, per l’esame della situazione nel territorio dei Comuni della Valle del Belice con particolare riferimento alle problematiche afferenti il mancato completamento degli interventi di ricostruzione a seguito del sisma del 15 gennaio 1968.
Presenti alla riunione i Sindaci dei Comuni di Partanna, Gibellina, Poggioreale, Santa Ninfa, Salemi, Vita, il Vice Sindaco di Salaparuta e l’Assessore ai LL.PP di Calatafimi-Segesta, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sciacca, i Rappresentanti delle Forze di Polizia e le loro articolazioni territoriali, il Dirigente della Sezione Operativa della D.I.A. e il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Il Sindaco di Partanna, in qualità di portavoce e Coordinatore dei Comuni della Valle del Belice ha sottolineato la necessità che venga recuperato il ritardo nello sviluppo del territorio dopo il sisma del 68, individuando percorsi idonei a rilanciare la crescita economica attraverso l’adozione di un nuovo quadro normativo che semplifichi e renda più agevole l’applicazione delle leggi in materia di ricostruzione, valorizzando le risorse e le vocazioni naturali, quali l’artigianato e il turismo, senza trascurare l’implementazione tecnologica. Ha evidenziato, inoltre, come talune distorsioni normative e interpretative abbiano complicato l’azione delle Amministrazioni locali nelle peculiarità della situazione post-sisma. La ricostruzione del Belice è regolata esclusivamente da norme statali ma le Amministrazioni Comunali spesso sono chiamate a rispondere in solido e direttamente, per ritardi non a loro imputabili, al pagamento delle somme spettanti ai beneficiari del contributo riconosciuto, che hanno realizzato i lavori ed anticipato le somme necessarie. Tali ricorrenti pronunce giudiziarie determinano effetti devastanti sui bilanci comunali, con il conseguente collasso finanziario delle Amministrazioni interessate. Ha, altresì, segnalato la necessità, ancora attuale dopo quasi 50 anni dal sisma, della messa in sicurezza dei vecchi ruderi abitativi, già acquisiti al patrimonio comunale, presenti nei centri storici dei Comuni del Belice “a parziale trasferimento”, che sono a rischio crolli e che possono creare pericoli per la pubblica incolumità. Ha manifestato l’esigenza della previsione di un piano speciale mirato alla messa in sicurezza dei territori a forte rischio idrogeologico, con particolare riferimento ai Comuni “a totale trasferimento” nonché dell’elaborazione di interventi straordinari per la viabilità generale, con segnato riguardo alle strade di collegamento intercomunale, provinciale e statale, che risultano inadeguate e comunque non idonee a favorire un equo sviluppo delle aree interne dei Comuni del Belice. Analoghe testimonianze sulla situazione dei rispettivi centri, unitamente a peculiari, propositive interlocuzioni, hanno portato i Sindaci di Salemi, Calatafimi Segesta, Gibellina, Poggioreale, Santa Ninfa, Vita e Salaparuta.
Nel corso dell’analisi sui fenomeni delinquenziali consumati sul territorio (diminuiti dal 2015 al 2016 del 25%), i Responsabili delle Forze di Polizia, nel riferire che non si registrano nel territorio in esame particolari criticità sotto l’aspetto dell’ordine pubblico, tenuto conto che anche la folta presenza di immigrati non ha generato particolari conflittualità, hanno, tuttavia, evidenziato che nella percezione della sicurezza dei cittadini possono interferire molteplici fattori, quali il degrado e lo spopolamento, sottolineando l’importanza di recuperare il contesto urbano e di rafforzare i processi di coesione sociale, sul presupposto che la sicurezza sia un bene comune, non una questione privata. E’stata, altresì, evidenziata la presenza della criminalità organizzata sul territorio, come testimoniato dalle numerose operazioni di Polizia effettuate che hanno permesso di svelare collegamenti con il settore imprenditoriale, che tuttavia non inficiano le procedure per la ricostruzione in quanto i controlli preventivi e l’attenzione sulla problematica degli apparati investigativi è elevatissima.
Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sciacca ha ringraziato per l’opportunità che le ha permesso di conoscere meglio le realtà dei singoli Comuni che ricadono nella Sua giurisdizione. Ha confermato che il comprensorio, sotto l’aspetto della commissione di reati, non presenta particolari criticità e che l’incidenza della criminalità mafiosa è connessa alla presenza sul territorio del latitante Matteo Messina Denaro, rimarcando la costante, capillare ed efficace azione di controllo delle Forze di Polizia. Infine, ha posto l’accento sul fenomeno degli incendi, che ha una notevole incidenza sul territorio, facendo riserva di esaminare ulteriormente la questione, anche per i profili connessi alle responsabilità, con il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco.
Il Prefetto ha evidenziato che scopo dell’incontro è di mettere a fattor comune le diverse competenze in quanto le diverse prospettive permettono un’analisi più completa delle problematiche.
Ha espresso apprezzamento ai Rappresentanti delle Amministrazioni Locali convenute per l’approccio puntuale, positivo e collaborativo alle tematiche affrontate.