Come anticipato ieri, il Consiglio dei ministri della pesca ha autorizzato un aumento del 20% della quota di tonno rosso spettante all’Italia. Nel 2017 gli operatori italiani del settore potranno pescare 600.000 tonnellate di tonno in più rispetto al 2016: si passa infatti da 2752,56 a 3304,82 tonnellate. Un incremento che si somma a quello (sempre del 20%) previsto per lo scorso anno, ma che dovrebbe mantenere inalterati gli equilibri all’interno della flotta di pesca italiana del tonno rosso, che comprende 12 pescherecci a circuizione, 30 palangari e 6 tonnare fisse.
Soddisfazione è stata espressa a riguardo dall’europarlamentare siciliana Michela Giuffrida, che lo scorso marzo aveva anche partecipato a un incontro con gli operatori marsalesi del settore: “Da sempre mi batto al Parlamento Europeo per il riconoscimento a pieno titolo della natura economia della pesca artigianale e per la tutela della pesca dei nostri pescherecci, palangari e tonnare. Una battaglia che non si ferma qui: come avvenuto per il tonno rosso e l’alalunga, l’anno prossimo sarà la suddivisione di quote di pescespada ad essere messa in discussione”.
Un fronte, quest’ultimo che preoccupa non poco gli operatori: “Non sappiamo quanto ce ne daranno, è una tragedia”, afferma senza giri di parole il capitano Marco Tramati, figura storica della marineria marsalese. Da presidente dell’Organizzazione Produttori Pesca del Tonno, Tramati torna comunque a evidenziare la non equa ripartizione all’interno della flotta italiana: “E’ un sistema che concede il 74% delle quote tonno alla circuizione, il 13% ai palangari, l’8% alle tonnare fisse e il restante 5% viene suddiviso tra pesca sportiva e accidentale. Fatta così, la ripartizione resta un’ingiustizia. Abbiamo più volte cercato di coinvolgere le istituzioni, ma si vede che politicamente valiamo poco. La rabbia è che abbiamo una grande risorsa a nostra disposizione e non ce la fanno utilizzare”.
Un altro problema che tiene in ansia il settore è la recente revisione del sistema sanzionatorio (legge 154/2016), ritenuto eccessivamente severo nei confronti di chi pesca in quantità superiori alle norme. “Da un mese le marinerie italiane sono in stato di agitazione per questa legge. Ma è possibile che prima della sua approvazione non ne sapessero nulla?”, si chiede Tramati che poi lancia anche un messaggio alla politica: “Ci sono anche i parlamentari bravi, ma ci sono anche quelli che neanche sanno cos’è la pesca e quando si confrontano con i rappresentanti di altri Stati vanno in difficoltà. Dovrebbero farsi affiancare da gente competente”. In tal senso, c’è attesa anche per il nuovo governo Gentiloni, che nelle prossime ore dovrebbe essere completato con la nomina dei sottosegretari, tra cui quello che si occuperà di pesca, incarico finora ricoperto dal catanese Giuseppe Castiglione.