C’è un’idea che è venuta alle Ferrovie. Lo sappiamo quello che state pensando, soprattutto quanti di voi che utilizzano il treno e che ogni mattina lasciano la stazione di Marsala, magari con il nostro giornale Marsala c’è tra le mani (grazie per la scelta), per dirigersi al posto di lavoro verso Trapani o verso altra destinazione. Il vostro disagio fatto di ritardi incomprensibili, lo abbiamo raccontato tante volte. Torniamo all’idea: in tutta Italia ci sono circa 1.500 chilometri, dal Nord al Sud, isole comprese, che attraversano montagne e costeggiano il mare. Sono quelli delle linee ferroviarie abbandonate, tratte dismesse e cancellate dai percorsi di pendolari e viaggiatori e che ora le Ferrovie mettono in mostra per convincere Comuni e Regioni ad acquistarle e riportarle a nuova vita. Non più con treni e biglietti da obliterare, ma con piste ciclabili, sentieri per escursionisti, percorsi per cavalcate panoramiche. Bella idea. Siamo, sia detto senza ironia alcuna, d’accordo. Qualche timido tentativo, per tratte molto brevi, si è già fatto. In Lombardia, come ci racconta un nostro congiunto che vive da quelle parti, ci sono circa 25 km che sono stati trasformati in “mobilità dolce”. Secondo le Ferrovie solo in Sicilia esiste un terzo del patrimonio italiano di linee dismesse. Immaginiamo cosa potrebbe essere il turismo se queste linee fossero trasformate in piste ciclabili, le vecchie stazioni in ostelli e ristoranti o centri di vendita di prodotti tipici. Arte, archeologia, artigianato e turismo sarebbero messi a sistema creando occupazione e facendo emergere le eccellenze della Sicilia. Verissimo. E allora? E allora le Ferrovie vogliono essere pagate per dismettere questo loro patrimonio(?). Infatti, questa è la motivazione, la vendita deve avvenire a prezzo di mercato. I comuni, e le regioni, oltre alla spesa per la costruzione, devono acquistare anche i terreni. “E’ un problema fiscale”, hanno fanno sapere dalla Ferrovie. Abbiamo in mente la discussione recente per l’approvazione del Bilancio a Marsala e immaginiamo che sia stata così anche in tanti altri comuni: poche risorse per fare quadrare il bilancio. Dove li dovrebbero trovare gli enti locali i soldi per finanziare il progetto, che è bello ed ambizioso? Il Governo e il Parlamento non potrebbero varare una legge che modifichi il settore rendendo possibile che le ferrovie regalino ai comuni le loro linee morte? Dopo il decreto salva banche non si potrebbe avere anche quello salva binari?
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