Settimane di fermento nella politica marsalese. Da un lato gli articolati dibattiti consiliari sul piano triennale delle opere pubbliche e sul bilancio di previsione, dall’altro il congresso straordinario del Pd e la concreta possibilità che in seno alla maggioranza che sostiene Alberto Di Girolamo si cristallizzino nuovi equilibri. Intervenuto alla fine del dibattito congressuale, il vicesindaco Agostino Licari (ex segretario del Pd) è tornato sulle scelte portate avanti dall’amministrazione in questo primo anno e mezzo, non rinunciando a dire la sua sul referendum (annunciando che voterà “sì”) e sul futuro del partito.
Partiamo dal voto sul bilancio. Soddisfatto di com’è andata?
Indubbiamente soddisfatto. Avevo preso l’impegno di presentarlo prima e ad aprile, in effetti, era pronto. Poi è arrivata una nota della Regione il 27 aprile che tagliava altri 2 milioni e questo ha provocato problemi, costringendoci a rivedere i conti. In estate la Regione è tornata sui suoi passi revocando la nota e noi ad agosto lo abbiamo approvato in giunta. A quel punto, il Consiglio comunale ha avuto bisogno di tempo per approfondire l’atto, approvandolo dopo tre mesi. Tutto sommato, comunque, possiamo dire che è il bilancio dell’amministrazione, arricchito dal dibattito consiliare.
Un bilancio ancora una volta all’insegna della spending review.
Tra il 2015 e il 2016 abbiamo subito tagli ai trasferimenti per 5 milioni di euro. Nonostante ciò abbiamo continuato a garantire i servizi, in alcune circostanze implementandoli, come nel caso degli assegni civici. Questo significa per noi “cambiare verso”. Se con costi dimezzati abbiamo un servizio scuolabus migliore rispetto a prima, la differenza sta negli sprechi e nel clientelismo che sono stati eliminati. Evidentemente, prima gli appalti non si facevano per il funzionamento del servizio, ma venivano coniati sulle esigenze di chi doveva svolgerlo. Stesso discorso per i tagli sul fondo dei dirigenti: tra 2015 e 2016 abbiamo recuperato qualcosa come 500-600 mila euro. E poi ci sono stati i tagli su telefonia, carburante, posta, affitti. Abbiamo tagliato anche gli incarichi esterni per l’ufficio legale: se magari non lo avessimo fatto, qualche avvocato amico ci sarebbe stato grato. Così come sul nucleo di valutazione: abbiamo scelto due professionisti del Centro Italia che ci aiuteranno a migliorare la gestione del personale. Abbiamo già fatto un intervento epico sulle politiche contro la corruzione, il grande male italiano. Abbiamo creato un meccanismo di prevenzione, con una rotazione che nei settori più delicati è arrivata fino al 90%. Anche la chiusura del rapporto con la Mazal ci consente di risparmiare circa 615 mila euro l’anno, delegando il servizio di pagamento della Tari all’Ufficio unico per le entrate.
Cos’altro si potrebbe tagliare nel 2017?
Ci sono ancora sacche di inefficienza nella pubblica amministrazione a cui sto lavorando. Per esempio, nella centrale unica per gli acquisti. Ma si può agire anche sull’informatizzazione dei servizi destinati ai cittadini in modo da garantire maggiore efficienza e una forte riduzione dei tempi di attesa. E poi Marsala Schola: inizialmente fu un’intuizione geniale, poi la giunta Carini non seppe utilizzarla al meglio ed ormai si è trasformata in una sorta di doppione degli uffici comunali, generando diseconomie che vanno eliminate.
Nel prossimo bilancio ci sarà spazio anche per gli investimenti?
Il sindaco ha attivato una politica che punta a trovare fondi europei attraverso Area Vasta e Agenda Urbana, che consentiranno interventi strategici su viabilità e sviluppo sostenibile. Attraverso il Gal Elimos, inoltre avremo anche la possibilità di attingere alle risorse del Piano di sviluppo rurale. E poi c’è il nuovo Porto. Ma vogliamo investire anche sulla cultura. Abbiamo cominciato con l’apertura di Palazzo Grignani e del Monumento ai Mille. Adesso intendiamo puntare anche sulle attività culturali, convinti che si possa avere un ritorno per le casse comunali.
Attraverso la costituzione di una Fondazione?
Vorremmo farla, mettendo dentro tutti i contenitori culturali e valorizzando i talenti locali.
Tornando all’approvazione del bilancio: cosa succede con i socialisti che si sono astenuti?
Come ha detto il sindaco, sono fuori dalla maggioranza. Non votare il bilancio è stato un atto di sfiducia di cui l’amministrazione non poteva non prendere atto.
Come valuta la possibilità di un allargamento della maggioranza?
Ben vengano tutte le forze che condividono il progetto di cambiamento e di svolta di questa amministrazione.
E se poi vogliono dettare legge?
In quel caso, direi di no.
Soddisfatto del congresso del Pd?
Mi aspettavo un maggiore dibattito. Un congresso che finisce in due ore non ci fa fare bella figura. Ho esperienze congressuali in cui si approfondivano di più i temi importanti per la città. Auspico che il segretario, a cui ribadisco il mio sostegno, sappia ricreare lo spirito unitario che si era creato con l’ok al congresso straordinario che era arrivato dalla direzione qualche giorno prima. Poi non so cosa sia successo. Mi auguro possano essere ricuciti gli strappi che si sono creati e che tutte le diverse anime del partito possano lavorare per un obiettivo comune.
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