Si è svolta nei giorni scorsi, ad apertura del Blue Sea Land, l’Expo dei Distretti Agroalimentari in corso a Mazara del Vallo, la tavola rotonda “Il ruolo dei distretti produttivi a confronto nel sistema paese ed in Europa”. In una sala del Seminario Vescovile, una serie di incontri con i rappresentanti dei diversi distretti (Agrumi, ittico, Tecnologico, Agroalimentare, della Valtellina, di Vibo Valentia, ecc), con alcuni dirigenti, con l’assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia, Cracolici e con il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone del Bio distretto Terre Elime. Il direttore di Economia Sicilia, Andrea Naselli, ha moderato i diversi interventi. Il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita blu, Giovanni Tumbiolo, ha aperto l’incontro parlando dell’evento Blue Sea Land: “Si tratta di una piattaforma che coinvolge più nazioni, ovvero i distretti dell’Africa e del Medio Oriente. I distretti produttivi sono una realtà che esistono al di là delle autorizzazioni ministeriali – ha affermato – perché la competenza oggi è della Regione. Si fa confusione spesso, tra distretto, consorzio e rete, ma sono diversi. Il distretto ha una portata sociale, è un territorio, più o meno vasto, di imprese piccole e medio-piccole che competono e cooperano. Sono la spina dorsale dell’economia del nostro Paese. Studiando i distretti per anni, ho imparato che l’Italia e la Sicilia in particolare, sono fatte soprattutto di piccole e medio-imprese. Pensare il contrario è una catastrofe. Abbiamo un grande bacino Mediterraneo ed il nostro futuro è l’Africa, creare delle realtà, dei cluster connessi a loro. Non parlo di delocalizzazione. Il sistema Mediterraneo produttivo deve connettersi altrimenti non può competere a livello mondiale, bisogna osare, guardare oltre, valorizzare i distretti”.
Naselli ha evidenziato che sono 200 circa i distretti in Italia che mantengono una crescita di 6 punti in più rispetto alle imprese non distretto. Hanno un export superiore ad esempio della Germania e in generale del 42%. Tra il 2008 e il 2013, il patrimonio netto delle imprese di distretto è aumentato e c’è anche un crescente interesse dei capitali stranieri sui distretti nazionali. “Tra i primi 20 distretti però non c’è la Sicilia perchè è arrivata troppo tardi e dal primo triennio al secondo c’è stato un calo, in quanto non tutte le imprese hanno nuovamente firmato il patto”, ha spiegato Naselli.
Interessante anche l’intervento dell’onorevole Raffaele Vignali dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà in seno alla Camera dei Deputati: “L’Intergruppo ha come idea di dialogare su tematiche e indirizzare le realtà esistenti. Vi posso dire con certezza che i distretti sono più studiati negli Stati Uniti che in Italia”.
Il sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, nel suo intervento ha parlato del Bio distretto nato ufficialmente qualche mese fa ed abbracciando una ventina di comuni del trapanese. “L’idea del Bio distretto è nata qualche anno fa tra due piccoli comuni: Petrosino e Poggioreale, che oggi sono riuscite a trascinare e coinvolgere anche comuni più grandi, come Marsala e Trapani, perchè dobbiamo metterci insieme per ottenere finanziamenti. Ma il Bio dovrebbe andare oltre. L’idea è che il bio in Sicilia diventi approccio culturale e crei buone pratiche tra amministratori. A Petrosino ad esempio nelle scuole è stata adottata la mensa biologica che è già partita. Ma poi abbiamo dato vita a diverse iniziative come il mercato del bio ed in Città sono nate anche attività che agiscono nel settore”. Con Giacalone era presente anche l’assessore al ramo, Luca Badalucco e nel corso dell’intervento è stato proiettato il video sul Bio Distretto.
E’ stato ribadito nel corso dell’incontro, che “… i distretti ci sono nonostante tutto” e che in Sicilia questa frase vale molto, anche se spesso la Regione non si “prende cura” dei distretti, che al momento essi non possono accedere ai bandi. Tra gli altri temi affrontati, anche l’aspetto finanziario dei distretti e le varie attività che svolgono, dalla Pesca agli Agrumi, dal vino alla bresaola, ai diversi sistemi produttivi. Infine l’assessore Cracolici nel suo intervento, ha annunciato una novità: “Io non sarò sempre assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia, ma spero che chi venga dopo di me prenda in considerazione il cambio di denominazione dell’Assessorato in Agroalimentare”.