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Errante conferma: “Non mi dimetto fino all’incontro con la Commissione Antimafia”

Nessuna sorpresa alla conferenza stampa convocata per oggi dal sindaco di Castelvetrano Felice Errante: dopo le dimissioni dei consiglieri comunali che hanno determinato l’autoscioglimento del massimo consesso civico, non arriveranno infatti quelle del primo cittadino. Almeno per ora.

Alla presenza di alcuni esponenti della sua maggioranza, dei deputati regionali Mimmo Turano e Giovanni Lo Sciuto e del parlamentare nazionale Giuseppe Marinello, Errante è tornato a spiegare che intende restare in carica in vista di due appuntamenti che ritiene particolarmente importanti per la città: l’audizione del prossimo 16 marzo davanti alla Commissione Regionale Antimafia e la visita a Castelvetrano della Commissione Parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi. “Ho il dovere di chiarire i termini della vicenda, ho il dovere di pretendere dalla Commissione Antimafia una relazione su quel che è successo e da cui emerga il percorso di legalità e riscatto che questa città ha fatto e da cui non si torna indietro, almeno con questo sindaco”, ha spiegato Errante.

Il primo cittadino castelvetranese ha comunque tenuto a precisare che le sue dimissioni sono state poste sul tavolo degli organismi istituzionali, dal prefetto al Ministro degli Interni, nella consapevolezza che non sarebbero però bastate a determinare la decadenza di Calogero Giambalvo. Da qui la decisione, concordata nel corso dell’ultima riunione dei capigruppo di passare dall’autosospensione alle dimissioni dei consiglieri comunali di maggioranza, a cui Errante ha voluto riservare un ringraziamento speciale, definendo “inutili” le successive dimissioni dei gruppi di opposizione, giunte nel momento in cui si era già superato il quorum per l’autoscioglimento.

Il sindaco ha poi colto l’occasione per passare al contrattacco rispetto al Pd, Città Nuova e al movimento guidato da Ninni Vaccara: “Che il Consiglio si sia dovuto sciogliere per il capriccio di uno è un vulnus per la democrazia. Ma per i dirigenti del Partito Democratico e altri movimenti già il 6 marzo il problema non era più Giambalvo, ma il sindaco Errante che non doveva più amministrare per manifesta incapacità. Sono abituato da anni a certi aspetti della politica, a subire minacce e offese su internet, fa parte del gioco. Mi dispiace però che alcuni esponenti politici mi abbiano definito colluso, fascistoide e in tanti altri modi. A loro rispondo invitandoli a stare sereni, perché non mi faccio dettare i tempi da nessuno”.

Da qui, di conseguenza, la decisione di restare in sella anche se Errante ammette di sentire la responsabilità di aver fatto candidare nella lista di Futuro e Libertà Calogero Giambalvo, ricordando comunque che nel 2012 non erano emersi elementi ostativi alla sua presenza nelle liste.

Al di là degli eventi susseguitisi negli ultimi giorni, il sindaco ha comunque ammesso che senza i servizi delle Iene non si sarebbe arrivati all’autoscioglimento del Consiglio: “L’effetto mediatico ha mortificato la città, ma alla fine si è rivelato decisivo”.

Vincenzo Figlioli

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