“Ho tante volte raccontato storie di donne vittime di soprusi. Ho presentato volti e denunciato problemi degli altri. Oggi voglio raccontare quanto mi sta accadendo”. A parlare così è Antonella Lusseri, volto noto dell’informazione della nostra provincia. Abbiamo incontrato la collega presso la nostra redazione. “Sono vittima di stalking. Mi sono rivolta alle istituzioni, ma oggi mi sento abbandonata. Provo imbarazzo a parlare di me, ma mi sembra giusto che, dopo che ho invitato altre donne a denunciare fatti simili, io esca allo scoperto anche mediaticamente“.
La giornalista ci racconta che a causa delle molestie di un vicino non può più vivere a casa sua, nel centro storico di Marsala. Non è libera negli spostamenti e teme per la sua incolumità personale. “Sono una donna che a 35 anni non è più libera di vivere da sola nella casa di proprietà. Ho denunciato il mio vicino di casa producendo anche alle autorità competenti della documentazione visiva ed audio in cui si dimostra tutta la sua pericolosità. Peraltro si tratta di un soggetto con numerosi precedenti penali. Dopo la mia denuncia purtroppo non è accaduto nulla. L’uomo ha scontato un residuo di pena in carcere per altri motivi e adesso si trova a vivere a contatto con me che l’ho denunciato per stalking“. Antonella Lusseri, nella sua ultima denuncia prima che il soggetto lasciasse il carcere, aveva chiesto per lui una misura cautelare alternativa come per esempio l’allontanamento coatto, il divieto di dimora, il braccialetto elettronico. “Ho condotto numerosi dibattiti sul tema, ma dalla mia vicenda ricavo una sensazione di impotenza. Mi sembra che in questi anni abbia preso in giro le persone”. In sostanza Antonella Lusseri sostiene con forza l’inutilità di raccomandare alle donne di denunciare i soprusi di cui sono vittime. “… nonostante io lo abbia fatto, non è accaduto nulla“. La collega racconta, ed è impossibile darle torto, di avere vissuto e di vivere ancora dentro una specie di incubo, malgrado la solidarietà e la vicinanza delle forze dell’ordine. La delusione e la rabbia della collega è tanta: “Non riesco a capire perché non sia stato preso alcun provvedimento per tutelare la mia incolumità personale. Penso alle tante donne che sono vittima di stalking e che non riescono ad essere aiutate”. La vicenda, secondo quanto ci racconta la giornalista, comincia nel 2014. Il suo vicino di casa, un uomo di mezza età già noto alle forze dell’ordine, che vive solo, comincia a molestarla e con i pretesti più diversi cerca di “attaccare bottone” in modo sempre più insistente. “Ogni occasione era buona per fermarmi mentre rientravo a casa. Poi, forse vista la mia indifferenza nei suoi confronti, ha cominciato ad insultarmi, arrivando anche a minacciarmi. Nel corso dei mesi la mia vita, in quello spazio comune che a Marsala è denominato “cortile” e che condivido con l’uomo ma anche con altri vicini, si è fatta via via sempre più difficile – afferma Antonella Lusseri –, anche perché per entrare o uscire da casa mia sono costretta ad attraversare lo spazio antistante l’abitazione dell’uomo. Non solo nel cortile ma anche fuori il soggetto gira sempre intorno alla mia auto, mi fissa, segue i miei spostamenti, mi accusa di tutto. Ho provato a cambiare orari, segnando in maniera definitiva anche la mia vita lavorativa”. La giornalista racconta che è costretta a stare lontano da casa sempre più spesso. La scorsa estate quando l’uomo venne tratto in arresto (prima si trovava ai domiciliari per altri motivi) Antonella Lusseri decide di presentare la sua denuncia. “Sapevo che presto l’avrebbero rilasciato, e siccome quando i carabinieri lo hanno arrestato mi ha lanciato minacce pesanti, credevo che con la mia denuncia venissero prese delle misure urgenti“. Invece, non è accaduto nulla. Scontato il residuo di pena l’uomo è tornato nella sua abitazione. Lusseri invece, per la paura, non può più mettere piede a casa sua. “Alle donne che come me vivono esperienze simili dico: denunciate, certo, ma sappiate che spesso, come avvenuto nel mio caso, denunciare purtroppo non basta se non c’è una adeguata tutela che a me sta mancando.”