Con una mossa a sorpresa, ieri sera l’avvocato Vito Cimiotta ha annunciato la propria decisione di autosospendersi dal gruppo consiliare del Pd. Le motivazioni sono affidate a una nota, inviata a tutti gli organi di stampa:
“Solo oggi, nonostante le reiterate e non corrette precedenti notizie di stampa, mi è stato notificato il decreto di citazione a giudizio per l’asserita promessa (secondo la Procura), di un posto di lavoro, al fine di ottenere il voto elettorale da parte di due miei amici, ai quali mi legano rapporti confidenziali fin dall’infanzia. Per ragioni di correttezza e rispetto del gruppo politico cui appartengo, mi sono determinato ad autosospendermi dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico, in attesa dell’esito del giudizio che con serenità affronterò. Considerata la classificazione del reato contestatemi tra quelli per i quali, dato il modesto indice di offensività, non è prevista dal nostro codice di rito l’udienza preliminare, sarà necessario ed imprescindibile la verifica dibattimentale, nel corso della quale, per la prima volta dall’inizio delle indagini, mi sarà consentita la difesa dinanzi ad un Giudice. Sono assolutamente fiducioso nella giustizia e ritengo di poter provare in dibattimento la assoluta correttezza e trasparenza del mio operato nel corso della campagna elettorale“.
Cimiotta resta comunque in carica come consigliere comunale e nella nota non si fa cenno neanche al suo ruolo di presidente della Commissione Finanze. L’autosospensione era stata auspicata dal consigliere del M5S Aldo Rodriquez quando si diffuse la notizia del rinvio a giudizio. “Ha fatto quello che mi aspettavo – commenta l’esponente pentastellato -. E’ giusto che prima risolva i suoi problemi e poi tragga le dovute conseguenze. E’ vero comunque che in altre circostanze che hanno riguardato noi, il Pd è stato più severo pur accusando noi di essere populisti”.
Della vicenda che vede indagato Vito Cimiotta per voto di scambio si sono occupati negli ultimi giorni anche alcuni giornali nazionali, mettendola in parallelo con quella del consigliere comunale di Quarto, Giovanni De Robbio, su cui pende però anche l’aggravante mafiosa, oltre che l’accusa di tentata estorsione.
Sulla vicenda il nostro portale ha sentito il capogruppo consiliare del Partito Democratico. “Sono stato informato dal collega ieri sera. Da come mi aveva raccontato la sua vicenda nelle scorse settimane, credo che non ci sia nulla di rilevante penalmente – ci ha detto Antonio Vinci -. Vito Cimiotta ha voluto, con la sua decisione di autosospendersi dal gruppo, non coinvolgere il partito e i colleghi consiglieri in una vicenda che riguarda lui solo. Questo l’abbiamo apprezzato e attendiamo, non appena conclusa sicuramente positivamente la vicenda giudiziaria, il suo rientro nel gruppo del Partito Democratico”.
“Non possiamo che esprimere apprezzamento per la scelta del consigliere Vito Cimiotta di sospendersi dal Partito in attesa dell’esito della vicenda giudiziaria che lo riguarda – hanno commentato con una nota congiunta Marco Campagna e Alberto Di Girolamo, nelle vesti di segretario provinciale e comunale del Pd -. Stigmatizziamo il comportamento di chi in questi giorni ha voluto strumentalizzare tale vicenda senza conoscerla e al solo fine di cercare di giustificare vicende molto più gravi e per nulla pertinenti con quella che coinvolge il consigliere Cimiotta. Come sempre fiduciosi nell’opera della magistratura, confidiamo che nel dibattimento processuale possa essere acclarata l’assoluta correttezza e trasparenza della condotta dello stesso”.