Porto: Santangelo risponde a Trapani Cambia. L'associazione replica alla Orrù

redazione

Porto: Santangelo risponde a Trapani Cambia. L'associazione replica alla Orrù

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giovedì 29 Ottobre 2015 - 12:09

Nei giorni scorsi, l’associazione Trapani Cambia aveva posto quattro interrogativi all’attenzione dei parlamentari del territorio a proposito del futuro del Porto del capoluogo e del ventilato accorpamento con Palermo. Dopo la risposta della senatrice del Pd Pamela Orrù, è oggi arrivata quella del portavoce a Palazzo Madama del M5S Vincenzo Maurizio Santangelo.
Il porto di Trapani è sempre stato la principale infrastruttura che ha generato una forte economia di scala alla città, grazie agli scambi commerciali e non meno importante grazie anche al transito delle navi da crociera. Per rispondere alle domande poste dall’associazione “Trapani Cambia”, l’autorità portuale di Trapani era stata istituita con il D.P.R. 2 aprile 2003 e poi con successivo D.P.R. 5 ottobre 2007 ne è stata disposta la soppressione, quindi ad oggi l’autorità portuale di Trapani, non esiste da oltre sette anni. Lo scorso 27 agosto 2015 è stato approvato il D.P.C.M. del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, pubblicato nella Gazz. Uff. 27 ottobre 2015, n. 250, come già previsto con l’articolo 29 del decreto-legge n. 133/2014 (cd. “Sblocca Italia”). Attualmente, ai sensi della legge o di provvedimenti successivi, sono sede di Autorità portuali i porti di Ancona, Augusta, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Manfredonia, Marina di Carrara, Messina, Napoli, Olbia-Golfo Aranci, Palermo, Piombino, Ravenna, Salerno, Savona, Taranto, Trieste e Venezia. Il Piano approvato prospetta la creazione, in luogo delle attuali autorità portuali, di autorità di sistema portuale in numero non superiore a quello dei porti inseriti nel Core Network (o rete centrale) delle reti transeuropee di trasporto TEN-T . Il nuovo Regolamento (UE) n. 1315/2013 in materia di reti TEN-T individua, per l’Italia, i seguenti nodi portuali della rete centrale (Core Network): Ancona, Augusta, Bari, Cagliari, Genova, Gioia Tauro, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo, Ravenna, Taranto, Trieste e Venezia. Il porto di Trapani, è individuato tra i nodi portuali della rete globale (Comprehensive Network) come anche i porti di: Brindisi, Carloforte, Chioggia, Civitavecchia, Fiumicino, Gaeta, Gela, Golfo Aranci, La Maddalena, Marina di Carrara, Messina, Milazzo, Monfalcone, Olbia, Palau, Piombino, Porto Levante, Porto Torres, Portoferraio, Portovesme, Reggio Calabria, Salerno, Savona Vado, Siracusa. Occorre inoltre tenere presente che la delega sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche contiene la previsione della “razionalizzazione riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali, con particolare riferimento al numero,all’individuazione di Autorità di sistema nonché alla governance e alla semplificazione e unificazione delle procedure doganali e amministrative in materia di porti. Allo stato di fatto – conclude il portavoce M5S Santangelo – “non vi è ancora alcun atto definitivo, relativo al destino del porto di Trapani. Stando a quanto previsto nel Piano strategico nazionale, Trapani, potrebbe probabilmente far parte dell’autorità di sistema portuale di Palermo, in quanto non rientra tra i porti Core network ma in quelli definiti Comprehensive Network (ai sensi dei regolamento comunitario 1315 del 2013)”. Il Governo “chiarisca” definitivamente la questione quando eserciterà la delega”.
Di seguito, la nota con cui Trapani Cambia, sempre questa mattina, ha replicato alla risposta giunta nei giorni scorsi sull’argomento dalla senatrice Pamela Orrù.

Non è vero che le decisioni sono lontane da venire semmai è vero il contrario. Già all’inaugurazione del Salone nautico di Genova dello scorso 30 settembre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio era stato chiaro: «Per la riforma dei porti abbiamo già preparato il decreto legislativo, stiamo definendo gli ultimi dettagli per la riforma della governance. Andiamo bene, il decreto è pronto».
Secondo le indiscrezioni trapelate, nel decreto ormai pronto sono stabiliti gli accorpamenti – partendo da Ovest – tra Genova e Savona (sede a Genova), Livorno e Piombino (sede a Livorno), Napoli e Salerno (sede a Napoli), Cagliari e Olbia (sede a Cagliari), Palermo e Trapani (sede a Palermo), Augusta, Messina e Catania (sede Augusta).
A queste 6 Autorità portuali si aggiungono altre 6 per le quali non è previsto nessun accorpamento, vale a dire Civitavecchia (unico porto non core, ma in pratica porto di Roma), Gioia Tauro, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste.
Dopo un incontro con i parlamentari del Partito democratico, resterebbero quindi separati i porti di Ancona e Ravenna, in una ipotesi precedente accorpati. Sembra ancora in dubbio il futuro di La Spezia e Carrara. Questa vicenda, però, è ancora aperta, perché le istituzioni di Carrara — con il governatore toscano Enrico Rossi in testa — vogliono restare in Toscana e non passare sotto la giurisdizione ligure.
Il dibattito che in questi giorni percorre l’Italia, non sembra ancora sfiorare la città di Trapani, il cui futuro nonostante le rassicurazioni del senatore ORRU, sembra ancora legato alla città Palermitana.
Permane infatti l’equivoco di trattare il porto di Trapani come ancora sede di Autorità Portuale soltanto per poterlo accorpare con Palermo, nonostante, com’è noto, l’Autorità Portuale di Trapani sia ormai solo un lontano ricordo perchè definitivamente soppressa già nel 2009.
Il senatore Orrù, sull’esempio dei colleghi del Pd di Ravenna e Ancona, dovrebbe chiarire fuori da ogni dubbio se intende farsi portavoce presso il governo nazionale per evitare l’accorpamento con Palermo.
È stato già detto infatti come il Piano della Portualità e della Logistica, preveda il riassetto e l’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti, e che pertanto lo stesso piano non prevede il coinvolgimento di Trapani nella logica degli accorpamenti delle Autorità Portuali.
Per lo stesso motivo Trapani non dovrebbe essere coinvolta nel decreto governativo del Ministro Delrio, per ora in bozza, afferente la riorganizzazione delle Autorità portuali.
Lo status di Trapani, porto nazionale, senza Autorità Portuale, al pari di altri porti nazionali, (come ad esempio Porto Empedocle, sul suolo siciliano o Castellamare di Stabia o Pescara) potrà essere definito in seguito senza l’urgenza imposta in questi giorni dalla necessità di riassetto delle Autorità Portuali esistenti”.

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