Con 139 voti favorevoli, 45 contrari e 21 astenuti, l’aula di Palazzo Madama ha concesso l’autorizzazione a procedere nei confronti del senatore alcamese Nino Papania. La vicenda si lega alle indagini che coinvolgono il parlamentare del Pd a proposito dei suoi rapporti con l’Aimeri Ambiente, la società che si occupa della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti per l’ATO TP 1 “Terra dei Fenici”. In realtà, l’autorizzazione concessa è molto limitata rispetto alle richieste avanzate dal Tribunale di Palermo. I magistrati potranno infatti utilizzare conversazioni e comunicazioni intercettate fino al 1° novembre del 2010. Quelle riguardanti il periodo successivo non potranno essere utilizzate, nonostante il gip del Tribunale di Palermo avesse evidenziato alla commissione parlamentare che le intercettazioni più interessanti ai fini dell’indagine erano quelle successive a quella data.
Severo a riguardo il commento del portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo: “Non si può più sopportare di perdere tempo davanti a fatti così chiari ed evidenti. Davanti alla giustizia uno vale uno, un ex senatore deve valere quanto vale un cittadino – accusa il senatore pentastellato -. Cosa vogliamo ancora di più, questo è stato il modus operandi di un sistema politico-elettorale che non vuol cambiare pagina, questa non è la politica che noi vogliamo, per questo motivo, coloro che ieri hanno votato per non autorizzare la magistratura di Palermo, all’utilizzo di una parte delle “intercettazioni telefoniche” dell’esponente del Pd siciliano, Antonino Papania, già definito «impresentabile» dalla commissione di garanzia del partito alle ultime elezioni politiche del 2013, devono avere il coraggio di assumersi tutta la responsabilità, nei confronti di tutti gli onesti cittadini italiani”.