Il nostro giornale, com’è noto, fin dalla sua genesi segue con attenzione le vicende di Marsala e Petrosino. Due Comuni che per tanti anni hanno fatto parte della stessa municipalità e che, inevitabilmente, hanno mantenuto un rapporto di stretta connessione senza però maturare inutili campanilismi. Ciclicamente, però, accade che i residenti nelle due comunità sviluppino una certa invidia nei confronti dei cugini confinanti, ritenendo che al di là (o al di qua) di via dei Platani le cose funzionino meglio. Da qualche tempo a questa parte (ma non è nemmeno la prima volta), sono i lilibetani – in barba alla loro grandeur talvolta un po’ snob – a ritenere che da Petrosino, per certi aspetti, ci sia davvero da imparare. Un discorso che sentiamo puntualmente ripetere a Carnevale, durante le sfilate dei carri allegorici, e in prossimità dell’estate. A Marsala, spesso, sembra che le stagioni arrivino all’improvviso, secondo insondabili disegni esterni. E, puntualmente, non ci sono i fondi per gli spettacoli degli artisti locali, né quelli per progetti più ambiziosi, che potrebbero portare visibilità e turismo. Qualche volta, nel recente passato, le risorse sono state anche trovate. Ma nel tempo è venuta meno la continuità. A Petrosino si segue invece una logica diversa e gli amministratori non si fanno trovare impreparati dall’arrivo delle festività natalizie, del Carnevale o dell’estate. Gaspare Giacalone, la sua giunta e le associazioni, con pochi soldi, organizzano iniziative legate alla musica, al cinema, all’arte, al gusto, alle tradizioni popolari. E se poi spunta qualche risorsa in più, arrivano i Tinturia, i Marta sui Tubi o, come quest’anno, Max Gazzè. Per il concerto del cantautore romano la giunta ha previsto un impegno di spesa di 33.000 euro. Non sono pochi, di questi tempi. Ma la crisi non si supera chiudendosi in un bunker in attesa che passi la tempesta. Occorrono investimenti mirati sulla cultura e su operazioni di marketing territoriale, come dimostra la strada seguita da San Vito Lo Capo e Favara. Nulla si può rimproverare su questo fronte all’amministrazione comunale di Alberto Di Girolamo, insediatasi un mese e mezzo fa. Al di là del poco che si potrà fare quest’anno per la stagione estiva e di un bando che probabilmente è arrivato fuori tempo massimo, l’auspicio è che da settembre si lavori veramente con una programmazione degna di una città che in passato è stata un punto di riferimento per la provincia. In caso contrario, ai marsalesi non resterà che andare a San Vito, Gibellina, Partanna o Petrosino continuando a rimpiangere “i bei tempi che furono”.
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